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Recensione: La prima vita di Italo Orlando, di Carola Susani

Titolo: La prima vita di Italo Orlando
Autore: Carola Susani
Editore: minimum fax
Pagine: 144
Prezzo: 8,99 € (ebook), 15,00 € (cartaceo)

Voto: 4/5

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Questo ebook ci è stato gentilmente offerto da minimum fax in cambio di una recensione onesta.

Quarta di copertina: 

Nella Sicilia occidentale alla fine degli anni Cinquanta, Irene, una ragazza al confine dell’infanzia, trova nel suo mandorleto un giovane dalla carnagione giallastra: è nudo, e sembra che dorma. È apparso dal nulla. Non ha passato, né memoria. La famiglia di Irene – il padre fotografo e la vecchia nonna possidente – lo accoglie nella sua casa di Sette Cannelle con il nome di Italo e lui in cambio porta fortuna e scompiglio. Trasforma tutto quello che tocca, riaccende un camino intasato, porta la luce elettrica, l’acqua corrente, ritrova fonti disperse. A poco a poco estende i suoi doni alle famiglie dei casali vicini. I bambini gli vanno dietro, sedotti dalla sua energia giocosa, perché lui gioca, non fa che giocare. Ma chi è Italo Orlando? Gira voce che ci sia in lui qualcosa di inquietante, oscuro, minaccioso. Intanto, nella provincia si scopre il petrolio, e lo smemorato si lega agli ingegneri e ai tecnici venuti a cercare l’oro nero. Ma c’è una relazione tra la comparsa di Italo e i mutamenti che stanno per intervenire? è forse un mercuriale, fatale, dio del cambiamento che cancellerà il mondo vecchio in nome delle ambigue metamorfosi del presente? Di certo, il suo arrivo e il suo terribile lascito segneranno il passaggio di Irene all’età adulta. Con La prima vita di Italo Orlando Carola Susani dà il via a una trilogia che vedrà il ritorno di questo personaggio in altri due momenti chiave della nostra storia nazionale.


Recensione di Silver:

Siamo in Sicilia alla fine degli anni Cinquanta, è piena estate e Irene, la protagonista, trova un ragazzo nudo in mezzo ai campi. Oltre a essere nudo, questo ragazzo non ha memoria, non sa come si chiama né spiega a qualcuno come sia finito là. Ha la pelle "gialla" – è proprio così che la descrive l'autrice – ed è bellissimo. Basterebbe questo a portare scompiglio in un paese di campagna, ma Italo – questo il nome datogli dalla famiglia di Irene, che l'ha accolto – ha qualcosa di misterioso. Non mi dilungo oltre sulla trama perché trovo che la quarta di copertina la esponga molto bene.
Passo quindi a parlarvi delle mie impressioni.
Ci troviamo davanti a un mix ben riuscito di storia, usanze e realismo magico. Le calde atmosfere siciliane di allora, poi, mi ricordano i racconti dei miei nonni, seppure io sia di origini pugliesi. 
Una delle cose che ho apprezzato di più è che l'autrice non si è soffermata troppo sulle descrizioni dei luoghi, ma ha rappresentato l'ambientazione attraverso i personaggi, mostrandoci piccoli dettagli, gesti, parole tipiche di quei posti. 
La voce narrante è quella di Irene, che ci racconta i fatti come li ha visti e vissuti lei stessa, una ragazzina che sta per diventare una giovane donna. Il rapporto di Irene con Italo è molto particolare. Se da una parte lei vede in Italo una brava persona, qualcuno da proteggere e con cui trascorrere il proprio tempo, dall'altra, quando lui si avvicina troppo, lei tende ad allontanarsene un po', in un certo senso a staccarsene, come per non abituarsi alla sua presenza. Perché nessuno sa ancora chi è Italo. E questo è il grande mistero.
Italo (vi spiegherò come gli attribuimmo il nome) era gradevole alla vista, ben fatto, aveva un sorriso gentile, il suo aspetto non giustificava le urla né l'agitarsi scomposto delle mani, men che meno la pronuncia ritmica di alcuni versi virgiliani come se si trattasse di scongiuri. Forse nel suo incarnato la nonna aveva scorto qualcosa che a noi sfuggiva, quel giallo dolce, uguale al colore dei capelli, uguale al colore dell'iride, per lei significava qualcosa di tremendo. O era solo l'effetto che ormai alla nonna facevano gli estranei. 
E il realismo magico? È in ogni cosa che riguardi Italo, nascosto dietro alle superstizioni degli abitanti, come si legge nella citazione qui sotto. Quando c'è Italo tutto torna al suo posto, tutto funziona di nuovo come dovrebbe. Ma se le cose belle che accadono in paese sono merito di Italo, cosa pretenderà in cambio questo ragazzo spuntato dal nulla?
«La gente pensa che sia un uomo-serpente, un diavolo».
«Chi lo dice?»
Lei indurì appena la faccia: «Dimmi se è vero o sbaglio: le cose, i fatti vostri, da quando è arrivato lui, vanno benissimo».
Mi sollevai con la pancia dalla pozza per fissarla dall’alto: «Chi te l’ha detto?» Avevo la sottana zuppa e la pancia fredda.
«Dicono che l’uomo-serpente porta ricchezza. Non una ricchezza normale, è un incantesimo. Come la dà, se la ripiglia. L’uomo che ci ha dato un passaggio da Casteldorto ha detto: in quella casa non ci entro, se c’è l’uomo-serpente, mi affattura. Dicono che voi siete tutti affatturati».
«Non siamo affatturati». 
Uno stile scorrevole e molto piacevole da leggere, una voce narrante forte che riesce a caratterizzare bene Irene, scelte linguistiche studiate che fanno il loro dovere. Ho apprezzato, per esempio, il passaggio dal passato al presente nelle scene che dovevano coinvolgere di più il lettore. Qualcuno potrebbe storcere il naso e io stessa in un unico caso l'ho fatto, ma trovo che in generale questa tecnica sia stata gestita bene. Il passaggio dal passato al presente e dal presente di nuovo al passato è fluido, senza intoppi.
Forse i personaggi secondari non sono stati caratterizzati a fondo, tutti insieme contribuiscono sicuramente a rendere l'atmosfera e il modo di pensare di allora, ma a loro non ci si affeziona davvero.
Quando papà scese trovando Italo e nonna che scherzavano seduti al tavolino, gli batté virilmente quattro colpi sulle spalle per essere certo che fosse vero. Avevo spiccato i fichi maturi dall'albero servendoli con latte e pane duro e Italo li spaccava in due, li assaggiava, porgeva a nonna metà del più maturo. La nonna li aggrediva con la bocca sdentata. Gli avevo offerto un caffè, Italo l'aveva rifiutato distrattamente. I lineamenti di mio padre si distesero a poco a poco. Ora era in pace come un cane da pastore che ha ritrovato l'ultima pecora. 
I personaggi principali sono Irene, suo padre Giuseppe e la nonna. Italo vive nel romanzo grazie alle osservazioni della ragazza e alle reazioni degli altri due nei suoi confronti. Il rapporto fra Italo e la nonna è qualcosa che non può sfuggire al lettore e per questo non vedo l'ora di leggere i prossimi volumi di questa trilogia che promette molto bene. 


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