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Recensione: Il brigatista, di Antonio Iovane

Titolo: Il brigatista
Autore: Antonio Iovane
Editore: Minimum Fax
Pagine: 402
Prezzo: 8,99 € (ebook), 17,00 € (cartaceo)

Voto: 4/5

Puoi acquistarlo QUI nella versione ebook, QUI in quella cartacea.

Questo ebook ci è stato gentilmente offerto da minimum fax in cambio di una recensione onesta.

Quarta di copertina:

Spiaggia di Castelporziano, luglio '79. Durante il Festival dei poeti due militanti delle Br vengono arrestati in una sparatoria. Uno dei due, Jacopo Varega riesce a scappare dall'ospedale in cui è stato ricoverato, e a Roma si apre la più grande caccia all'uomo dai tempi del rapimento Moro. Pochi giorni dopo la giornalista televisiva Ornella Gianca riceve una telefonata: dal suo nascondiglio in un appartamento disabitato della periferia romana, Varega ha deciso di rivelare il nome di chi lo ha tradito e di raccontare, davanti a una telecamera, il decennio dell'odio, iniziato il 12 dicembre del 1969 con la strage di piazza Fontana a Milano. Con il ritmo serrato di un thriller, tra snodi storici e intrecci sentimentali, entriamo nella mente del brigatista per indagare le ragioni che spinsero un gruppo di giovani a imbracciare le armi e uccidere. Questa è la storia della caccia ai brigatisti da parte degli uomini del generale Dalla Chiesa, ed è la storia dell'Italia. L'Italia eversiva delle stragi e della strategia della tensione; l'Italia della cacciata di Lama dall'università, dei poliziotteschi, dell'epidemia di colera a Napoli e della diffusione dell'eroina. L'Italia di Aldo Moro, del commissario Calabresi, di Indro Montanelli e Gian Maria Volonté. Un paese in cui la verità è sempre stata una contraddizione, un intrigo internazionale, ma anche una questione privata.

Recensione di Ariendil:

Mentirei se dicessi che questo è un libro che ho divorato. Mentirei se dicessi che mi ha fatto stare sveglia di notte, che mi ha incollato alle pagine, che mi è rimasto appiccicato anche mentre non leggevo. Ma mentirei anche se dicessi che non è un buon libro o che non mi è piaciuto. "Il brigatista" è un libro particolare nella sua forma e nel suo contenuto, ma è un ottimo libro e il mio giudizio è più che positivo.
Semplicemente, non tutti i libri si bevono.
Se mi passate il paragone alcolico, "Il brigatista" non è una lager che si finisce in un unico sorso, cercandovi frescura se accaldati. "Il brigatista" è una trappista ad alta gradazione, da degustare con calma, senza fretta, sentendola bene sulla lingua e sul palato prima di mandarla giù.
Mi sono interrogata a lungo sul motivo per cui questo libro si sia rivelato una lettura più lenta di quanto avevo previsto leggendone l'interessante trama, una lettura piacevole e sicuramente consigliata, ma non certo rapida. Credo che dipenda soprattutto dal fatto che tratta di eventi che sono stati ormai consegnati alla storia e che la cronaca ha reso noti. Questo ha tolto un po' di quell'imprevedibilità che in genere mi spinge a tornare presto su un libro. Inoltre un inizio più in avanti nel tempo rispetto agli eventi principali, con le sorti di Jacopo Varega già parzialmente rivelate, ha forse contribuito.
D'altra parte, il lavoro fatto sui personaggi e sulla trama offre quello spunto necessario a incuriosire quando si trattano fatti di cui si conoscono gli esiti, ma la sensazione di leggere qualcosa di risaputo rallenta la velocità di scorrimento delle pagine: non si corre per sapere come va a finire, ma ci si godono tutti gli altri aspetti.
Si apprezza allora l'insolita struttura della storia, che attraverso il racconto del brigatista Jacopo Varega svela ciò che c'è dietro a quei fatti di cronaca che conosciamo, ce li fa vedere dalla parte dei buoni e dei cattivi, facendoci anche smettere molto presto di chiederci come si possano conoscere, attraverso i ricordi di una persona, eventi che quella persona non ha vissuto: si può perché il suo racconto non è solo un ricordo, è uno squarcio nel passato, per mezzo del quale si può tornare indietro nel tempo e ripercorrere ogni passo, quello di Jacopo e quello degli altri personaggi. Sono proprio questi ultimi a beneficiare maggiormente dell'assenza di fretta nella lettura perché, nonostante siano tanti, si finisce per conoscerli e riconoscerli, per capirli, a volte persino per anticiparne i pensieri. E si vede la bravura dell'autore, capace di legarli insieme e allo stesso tempo offrirci scenari diversi per ciascuno, quasi fossero storie nella storia.
Ma la cosa più incredibile è che, anche centellinando la lettura, i personaggi, i rapporti tra loro, le loro emozioni, gli intrecci, gli eventi non si dimenticano, restano impressi come se sapessero di dover durare finché il libro non verrà riaperto dopo qualche giorno o addirittura dopo qualche settimana. È persistente. Proprio come una buona birra trappista che ti resta sul palato fino al sorso successivo.




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