Autore: Brandon Sanderson
Editore: Fanucci
Pagine: 379
Prezzo: 4,99 € (ebook), 16,00 € (cartaceo)
Voto: 3/5
Quarta di copertina:
Tutto ebbe inizio
quando Calamity, l’ardente stella rossa, illuminò il cielo, dando inizio
all’era dominata dagli Epici. Il destino di David Charleston è stato legato
alla loro malvagità fin da quella storica notte. Steelheart ha ucciso suo
padre, Firefight ha segnato per sempre la sua vita. Ora non restano che i
nemici che abitano Ildithia, la città di sale, il luogo in cui risiedono tutte
le risposte e dove avrà inizio la battaglia finale contro gli oppressori.
Perché David e i suoi Eliminatori sono sempre più vicini a carpire il segreto
che gli Epici si ostinano a celare, così come i loro punti deboli. Una
battaglia impari, in cui ogni cosa è messa a repentaglio. Ma quando tutto
sembra ormai perduto, uno spiraglio di salvezza illumina il destino degli Eliminatori.
La fine non è ancora giunta, e David è abbastanza coraggioso e folle da
affrontare faccia a faccia il più potente degli Epici e ristabilire per sempre
il giusto corso degli eventi. O perire.
Il terzo e
conclusivo capitolo di una saga irripetibile, l’epopea di una genia di eletti
votati all’estremo sacrificio, mossi da un invincibile anelito di libertà.
Recensione di Ariendil:
Il terzo libro di
una trilogia viene sempre, inevitabilmente, giudicato anche in base al
gradimento complessivo dell’opera.
Come una storia
viene conclusa è un elemento troppo rilevante per essere considerato con
superficialità e a volte è ciò che resta di un’intera epopea: tutti noi
ricordiamo che fine ha fatto l’Anello, se la Torre Nera è caduta, se Dorothy è
tornata a casa e come finisce tra Rhett e Rossella. Tuttavia, potrei farvi una
lista lunghissima di libri che ho amato alla follia ma con un finale veramente
pessimo.
Avete capito bene,
la saga degli Eliminatori è in quest’ultimo gruppo.
Se avete letto le
mie precedenti recensioni, sapete con quale spirito ho approcciato questa
trilogia: non mi aspettavo il capolavoro del fantasy, non lo cercavo neanche,
volevo una bella americanata in stile Avengers ed è quello che ho avuto.
Chiamatemi nerd, ma
a me gli Avengers piacciono!
Il problema,
paradossalmente, nasce proprio dal più figo dei supereroi del libro, il
Firefight che dà il titolo al secondo volume, e risiede proprio nella sua
figaggine! In breve, i poteri di Firefight possono fare praticamente qualsiasi
cosa, perché sono in grado di sostituire la nostra realtà con quella di un
qualunque altro mondo parallelo esistente. Ti serve che il tuo nemico non ti
veda mentre ti fai la doccia? Ti basta mostrargli una realtà in cui quella
doccia è vuota. Capito come funziona? Apre le porte a qualunque cosa uno
scrittore voglia inventarsi.
Diciamocelo, con
un’idea così Sanderson fa uscire il genio dalla lampada.
Peccato solo che
nessuno dei suoi tre desideri sia all’altezza della magia che aveva a
disposizione. Non lo è la gestione prevedibile del personaggio di Prof. Non lo
è l’uso schizofrenico delle realtà parallele aperte da Firefight. E non lo è
Calamity. Che poteva essere qualunque cosa e invece è solo un piccolo, piatto,
banale antagonista a metà tra pazzia e buone intenzioni. Decisamente meglio
Thanos!
Il maggior pregio di
questo terzo libro, quindi, sono i due che lo precedono: è grazie a loro che
raggiunge la sufficienza.
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