Passa ai contenuti principali

Recensione: Tokyo Express, di Matsumoto Seichō

Titolo: Tokyo Express
Autore: Matsumoto Seichō
EditoreAdelphi Edizioni
Pagine: 175
Prezzo: 9,99 € (ebook), 18,00 € (cartaceo)

Voto: 5/5

Puoi acquistare l'ebook QUI, il cartaceo QUI.

Quarta di copertina: 

In una cala rocciosa della baia di Hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all’alba. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. Un suicidio d’amore, non ci sono dubbi. La polizia di Fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole. Ma, almeno agli occhi di Torigai Jūtarō, vecchio investigatore dall’aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di Tokyo, Mihara Kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da Tokyo, perché mai lui, Sayama Ken’ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, è rimasto cinque giorni chiuso in albergo in attesa di una telefonata? E perché poi se n’è andato precipitosamente lasciando una valigia? Ma soprattutto: dov’era intanto lei, l’amante, la seducente Otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante? Bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita. Per fortuna sia Torigai che Mihara diffidano delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un intuito fuori del comune. Perché chi ha ordito quella gelida, impeccabile macchinazione è una mente diabolica, capace di capovolgere la realtà. Non solo: è un genio nella gestione del tempo.
Con questo noir dal fascino ossessivo, tutto incentrato su orari e nomi di treni – un congegno perfetto che ruota intorno a una manciata di minuti –, Matsumoto ha firmato un’indagine impossibile, ma anche un libro allusivo, che sa con sottigliezza far parlare il Giappone.  


Recensione di Daniela:

La recensione di questo libro può forse arrivare tardi rispetto alla data di pubblicazione e, in effetti, era molto che volevo parlarne. Il libro (già pubblicato in Italia nella linea Gialli di Mondadori molti anni fa, se non sbaglio) ha dal momento della sua pubblicazione ottenuto un enorme successo e moltissimi ne hanno parlato. A dire il vero sono molto felice che Matsumoto Seichō abbia finalmente ottenuto il successo che merita anche qui in Italia. Ma, finita la mia personale premessa, torniamo al libro.
Tokyo Express è un giallo davvero molto raffinato, che io, da amante del genere, ho apprezzato tantissimo. Raramente, proprio perché ho letto tanti libri di questo genere e ne ho ormai capito i meccanismi, mi sono ritrovata così tanto immersa nella lettura da non volermene staccare. Il romanzo di Seichō sembra partire in un modo ben preciso: il lettore sa… almeno in parte. Leggendolo si scopre fin dall’inizio chi è coinvolto nella vicenda e, più o meno, se ne intuisce in che misura. Al contrario della polizia che brancola nel buio, il lettore ha già un nome in mano ma, alla fine, ha poco altro. La lettura si fa mano mano sempre più intrigante, ci si immedesima totalmente in Mihara Kiichi e nella sua, quasi ossessiva, ricerca della verità.
Tutto il giallo si svolge intorno al mondo ferroviario. Treni e binari dominano le pagine con nomi di stazioni, numeri e orari ben dettagliati. E, secondo un tema che ho trovato in svariati gialli nipponici, il punto non è chi, ma come. Il giovane poliziotto, infatti, giunge infine al sospetto giusto, ma il suo alibi è inattaccabile, perfetto. Quindi, tra uno scompartimento e l’altro dei molti treni presi dal protagonista, si ragiona e si cerca di scoprire con lui la fatidica “falla”, quel piccolo errore che in un piano così articolato deve esserci per forza. L’altalena emotiva del lettore è molto simile a quella di Kiichi. Si pensa a una soluzione e dopo poco, come a voler non deludere il suo pubblico, l’autore mostra come anche quell’idea sia impossibile… o quasi. Se eliminiamo un paio di cose facilmente intuibili, a cui il protagonista arriva un po’ troppo tardi (ma si può perdonare, è stanco e demoralizzato), il fascino del testo è innegabile e le rivelazioni finali, forse un po’ prevedibili da qualche dettaglio, sono comunque di grandissimo impatto.
La lettura scorre davvero come un treno.  La battuta è poverissima, lo so, ma solo leggendo potrete capire quanto è effettivamente vera. Guidati da binari di righi e parole, il lettore scopre ben più del colpevole di un doppio omicidio molto complesso, ma vive uno spaccato del Giappone. Dalla politica ai bar, dal sistema di trasporti alla polizia, in questo libro si attraversa il Giappone non solo fisicamente (con gli spostamenti dei protagonisti) ma anche idealmente.
Al maestro Matsumoto Seichō servono davvero pochissimi tratti per delineare un personaggio e farlo sembrare reale, poche righe per mostrare un paesaggio e un mondo molto preciso e particolare.
Non so più, parlando di questo libro, quante volte ho sentito la battuta che in Italia non sarebbe mai potuto nascere un libro del genere (verissimo, tra l’altro) per via della differenza nella gestione dei trasporti e questo non fa che sottolineare quanto effettivamente “vediamo” in questo libro del paese del sol levante. La trama stessa si basa su un concept che è giapponese e di nessun altro paese.
Anche per questo il titolo scelto dalla traduttrice (che credo si rifaccia al soprannome dato dagli americani ad alcune manovre di guerra giapponesi, particolari per la incredibile puntualità, simile a quella dei treni nipponici) mi è sembrato particolarmente azzeccato. La puntualità dei giapponesi, già riconosciuta durante la seconda guerra mondiale, viene qui portata all’estremo e funge da colonna portante di tutto il libro. Senza, il romanzo non avrebbe nessun senso di esistere.
Consiglio questo libro? Se non si fosse capito… Impongo questo libro!

Tralasciando gli scherzi, "Tokyo Express" è una perla che sono felice sia stata riscoperta e finalmente apprezzata a dovere. Spero che lo leggiate tutti, non ve ne pentirete.


Commenti