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Recensione: Before the Dawn - Prima dell'alba, di Thom Brannan

Titolo: Before the Dawn - Prima dell'alba
Autore: Thom Brannan
Editore:  Dunwich Edizioni
Pagine: 224
Prezzo: 4,99 € (ebook), 14,90 € (cartaceo)

Voto: 2/5

Puoi acquistare l'ebook QUI e il cartaceo QUI.

Questo ebook ci è stato gentilmente offerto da Dunwich Edizioni in cambio di una recensione onesta.

Quarta di copertina: 

La Centuria ci protegge di notte: cento stregoni che utilizzano la magia, viaggiando per il globo per tenere a bada le creature ultraterrene. La Centuria fa rispettare il Patto, l’unica barriera a frapporsi tra la razza umana e l’oscurità.
Io – il Centurione IX – viene inviato a Austin per valutare e assistere il detective John Chang in diversi casi di persone scomparse. Ma quello che sembra un lavoro semplice sfugge rapidamente al controllo e, mentre le minacce incombono da ogni lato, i due si trovano circondati da predatori sovrannaturali. John e Io saranno costretti a utilizzare ogni piccola abilità, fortuna e magia a loro disposizione soltanto per sopravvivere.

Queste sono le Cronache della Centuria.

Recensione di Silver:

Non appena ho saputo dell'uscita di un nuovo romanzo di Thom Brannan, mi sono precipitata a leggere la trama. Un urban fantasy a tinte cupe, proprio come piace a me, proprio come ho apprezzato in un altro suo libro, scritto insieme a D.L. Snell, "Pavlov's Dogs". Un libro che ho letto davvero con tanto piacere e di cui parlo ancora molto volentieri. Insomma, le aspettative erano altissime, lo ammetto. Ma mai mi sarei sognata che potessero venire deluse fino al punto di dare due stelline al suo nuovo romanzo.
La mia recensione, seppure purtroppo abbastanza negativa, non conterrà spoiler, perché quello che ha intaccato il voto non è stata la trama ma proprio il livello di scrittura e in parte la traduzione e la revisione.
E non parlo nemmeno di refusi, che anzi sono quasi assenti.
Andiamo con ordine: l'idea di base di Before the Dawn è anche interessante, molto carina. Prometteva scene cupe, suspense, momenti di ansia e inquietudine, e un po' di spargimenti di sangue e cadaveri in abbondanza. Il sovrannaturale la fa da padrone ed è quello che mi aspettavo, quello che volevo leggere.
Ma - e qui arrivo finalmente al dunque - in un mondo di maghi e magia, di poteri sovrannaturali, di combattimenti fra esseri che di sicuro non hanno bisogno di pistole... il minimo che mi aspetto è di leggere descrizioni che mi coinvolgano, che catturino la mia attenzione e mi trasportino in quel mondo lì. Via dal mio, via dal reale, in un mondo in cui creature sovrannaturali lottano fra loro, e non solo a parole, ma si battono proprio fisicamente e usando i propri poteri.
Le descrizioni però sono quasi sempre molto approssimative, una scena che avrebbe avuto bisogno di almeno una pagina viene invece risolta in tre righe.

La forma lo indicò di nuovo e sollevò l'altra mano, dove apparve un globo di fiamme nere. Io le strizzò l'occhio e la forma effettuò il lancio; il mago schivò agilmente il proiettile, che finì contro il muro in una pioggia di frammenti scuri
Era un ciclope viola alto due metri e mezzo, sormontato da un singolo corno sanguinolento. Una barba nera circondava la bocca irta di zanne.

Il grassetto è mio, per far capire cosa intendo.

Come si può notare poi dalla trama e dalla prima citazione, il protagonista si chiama Io. Ora, sono d'accordo che bisogna cercare di restare quanto più fedeli possibile all'originale, ma nel momento in cui un nome proprio in un'altra lingua ha un significato ben preciso che non coincide con quello del nome stesso e che per di più crea una confusione pazzesca per tutta la lettura, il traduttore dovrebbe prendere seriamente in considerazione l'opzione di adattarlo. Già, per esempio, aggiungendo una h in mezzo, il lettore non proverebbe ogni volta fastidio nel leggere il pronome personale "io" seguito da un verbo in terza singolare (Io andò, Io fece, Io aprì la porta, ecc.).
Come dicevo sopra, le due stelline sono dovute anche a un lavoro di traduzione e forse ancora di più di revisione poco curato, e questo lo dico davvero a malincuore perché di solito i testi di Dunwich Edizioni sono invece molto curati, sicuramente lo sono a livello di forma. Quindi questa cosa mi ha stupita non poco.
Alcuni esempi:

Partendo non appena Io si fu seduto, Chang cominciò a parlare quasi immediatamente. 

John indicò l'entrata. "Conosco la custode. Ci farà entrare."

Estrasse il cellulare dalla borsa e lo aprì, schiacciando dei tasti.

È bello poter fare in modo che le persone facciano delle cose per me [...]

Questi sono solo un paio di esempi, a cui vanno ad aggiungersi tantissimi altri casi simili.
Il piacere della lettura è rovinato. Il testo originale non brilla sicuramente (se le descrizioni, l'azione e il coinvolgimento mancano nell'originale, il traduttore non può farci nulla) ma il testo italiano avrebbe sicuramente potuto essere reso in modo migliore.
Mi fermo qui. Non era la recensione che speravo di fare quando, dopo aver ricevuto il comunicato stampa dalla casa editrice, con entusiasmo ho dato la mia disponibilità per una recensione.
Oggi sono un po' dispiaciuta.



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