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Recensione: Nocturnales - Le ultime giacobine, di Beatrice da Vela

Titolo: Nocturnales - Le ultime giacobine
Autore: Beatrice da Vela
Editore: Triskell Edizioni
Pagine: 489
Prezzo: 6,99 € (ebook), 12,00 € (cartaceo)

Voto: 2,5/5

Puoi acquistarlo QUI.

Questo ebook ci è stato gentilmente offerto da Triskell Edizioni in cambio di una recensione onesta.

Quarta di copertina: 

Parigi, inverno 1795. 

Dopo l’esecuzione dei robespierristi e la sconfitta dei Giacobini, la Repubblica è nel caos della reazione termidoriana; gli ideali di uguaglianza, libertà e fraternità sembrano solo un lontano ricordo e professarli è diventato pericoloso. Quattro donne molto diverse tra loro, ma che hanno condiviso le stesse battaglie e gli stessi affetti, si trovano a vivere in un mondo ormai a loro ostile dopo aver perso i loro affetti più cari. La giovane Élisabeth, vedova di uno dei robespierristi, fa la lavandaia per mantenere il figlio di pochi mesi. Henriette, amante di Saint-Just, dopo essersi rifugiata dai propri genitori, è costretta a sposare François, un medico privo di fascino e che lei non riesce ad amare. Charlotte, sorella di Robespierre, subisce il ricatto di un funzionario corrotto e senza scrupoli che minaccia la sua vita e quella di chi le sta vicino. Éléonore, sorella di Élisabeth e compagna dell’Incorruttibile, langue in carcere fra violenze e angherie perché non intende rinunciare ai propri valori. 

Il destino fa rincontrare le quattro donne a Parigi, là dove erano state felici: scoprono così che il loro legame è ancora forte e che nessuna di loro ha abbandonato il sogno di un mondo migliore. E se proprio il ricordo del passato e l’amicizia, che le lega, fossero la chiave per continuare a lottare?


Recensione di Antonella:

Coltivo da sempre un notevole interesse per l’epoca della Rivoluzione Francese, complice forse l’infanzia trascorsa tra Lady Oscar e Il Tulipano Nero. Quando ho visto questa nuova pubblicazione di Triskell Edizioni, ambientata negli anni successivi agli eventi cruciali che hanno dato avvio ai tumulti rivoluzionari, non ho saputo resistere! Si tratta di un romanzo basato su una puntuale ricerca storica, per cui i fatti narrati sono veri, nonostante l’autrice abbia dovuto lavorare di fantasia per offrire un’anima alle quattro donne al centro della storia, anche loro realmente esistite, delle quali però si sa ben poco.

Le prime pagine sono estremamente ricche. Il lettore ha l’impressione di entrare in una storia già iniziata, per cui deve conoscere le protagoniste, che sono ben quattro, e ricucire le loro vicende sulla base degli indizi raccolti durante la lettura di questi primi, intensi capitoli. All’inizio ho fatto non poca fatica a raccapezzarmi tra nomi, vicende e aneddoti, proprio perché le informazioni sono tante, non vengono trasmesse direttamente e ogni capitolo è dedicato a una delle quattro donne su cui si costruisce la narrazione, perciò dovevo anzitutto distinguere l’una dall’altra e riuscire a situare ciascuna nel proprio contesto. Gli aspetti storici citati complicano un po’ le cose, posso immaginare che per chi non abbia mai letto nulla sulla Rivoluzione Francese la faccenda sia ancora più complessa. Bisogna armarsi di pazienza, anche perché non si può restare insensibili di fronte alle vicende delle quattro donne: l’autrice riesce a farle vivere intensamente al lettore, offrendo un quadro molto realistico, aderente alla situazione dell’epoca. Spesso mi sono sentita toccata profondamente dalle ingiustizie che hanno subito e dalle loro difficoltà, che ho seguito con interesse crescente.

A un certo punto, però, viene proposto un lungo flashback, che trasporta il lettore a un anno prima, quando diversi personaggi storici citati nei primi capitoli (Robespierre e Saint-Just, ad esempio, due dei più famosi) erano ancora vivi. Questa digressione rallenta molto il ritmo, che perde nettamente di brio. La narrazione si appiattisce, sembra che per molti capitoli non accada più nulla. È come se l’autrice volesse farci conoscere i protagonisti prima dei tragici eventi del Termidoro, quando cioè molti fautori della Rivoluzione vennero accusati di tradimento, imprigionati e ghigliottinati, tra cui, appunto, Robespierre e Saint-Just. La mossa, però, non convince. A partire da questo momento, la lettura per me è diventata più difficile e, lo ammetto, mi ha un po’ annoiata. Al termine del lungo flashback si spera di recuperare lo stile avvincente dei primi capitoli, cosa che, purtroppo, non accade. La narrazione rimane appesantita e finanche troppo piatta per il resto del libro.

Ad accentuare le mie difficoltà di lettura sono intervenuti alcuni aspetti tecnici di non poco conto. Il primo riguarda i dialoghi: molto spesso mi risultava difficile comprendere a quali voci appartenessero le battute, dal momento che non sempre erano dichiarate, inoltre le scene popolate da più personaggi erano parecchie, per cui per poter seguire uno scambio dialogico ero obbligata a rileggere e fare qualche inferenza per capire chi parlasse. Un secondo aspetto che ho trovato estremamente irritante erano i repentini cambiamenti di ambientazione: si passava da una certa situazione in un dato luogo a un’altra, magari in tempi diversi se non addirittura in luoghi diversi, senza che il lettore ne fosse messo al corrente. Era un po’ come saltare di palo in frasca, per cui prima di comprendere che cosa stesse accadendo dovevo rileggere qualche riga e ricostruire la situazione. Per fare un esempio, stavo leggendo che Babette era nella camera di suo padre, e nella riga successiva la ritrovavo in cortile. Prima di rendermi conto di cosa fosse accaduto dovevo rileggere l’ultimo paragrafo, altrimenti per me non aveva senso.

Veniamo ai personaggi. I tratti peculiari delle protagoniste sono molto ben definiti, soprattutto a livello psicologico: agiscono sempre in maniera coerente rispetto al loro carattere, e ciascuna evolve, a modo suo, giungendo a una forma di maturità diversa alla fine del libro. Anche i personaggi secondari mostrano una buona caratterizzazione. È il caso di Marianne, giovane donna emancipata, intelligente e battagliera, dotata di un discreto spessore, che finisce per ricoprire un ruolo abbastanza determinante soprattutto in relazione a una delle protagoniste, Éléonore. In generale l’autrice ha fatto un buon lavoro sotto questo aspetto, senza dubbio: i suoi personaggi sono tutti veri e coerenti, e tutti seguono un’evoluzione nel corso dell’opera. La difficoltà principale stava nel riuscire a cogliere l’aspetto storico delle varie figure in gioco, per poi riuscire a fonderlo con quella parte immaginativa necessaria per colmare le lacune e poterli umanizzare, rendendoli vicini al lettore. Da questo punto di vista, la scrittrice non delude.

Ritengo che Nocturnales sia un romanzo interessante, soprattutto per il gran lavoro di ricerca che sta alla base. L’autrice ha mostrato un impegno notevole, ed è certo riuscita a fondere in maniera armoniosa realtà e fantasia. Peccato che il ritmo piacevole dei primi capitoli non sia stato mantenuto fino alla fine. Una lettura che certo piacerà agli appassionati dei romanzi storici, come pure della Rivoluzione Francese in particolare, anche perché offre un quadro completo e storicamente realistico.




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