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Recensione: "D'un tratto nel folto bosco", di Amos Oz

Titolo: D'un tratto nel folto bosco
Autore: Amos Oz
Editore: Feltrinelli
Pagine: 114
Prezzo: 4,99 € (ebook), 8,00 € (cartaceo)

Voto: 4,5/5 

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Quarta di copertina:

La notte, al villaggio, uno strano, impossibile silenzio abita il buio. Anche di giorno, l'assenza degli animali lascia ovunque le sue tracce: non un cane in cortile, non un gatto sui tetti, e nemmeno una mosca che ronza o un grillo che canta nei prati intorno. Qualcosa dev'essere successo tempo fa e i bambini ogni tanto fanno domande che restano senza risposta. Fino a quando Mati e Maya non partono per la loro avventura, in cerca del mistero del villaggio dove gli animali sono scomparsi. Nel folto del bosco troveranno Nimi, il bambino puledrino ammalato di nitrillo, Nehi, il demone del bosco e una triste verità.

Recensione di Silver:

Il 28 dicembre 2018 è morto lo scrittore israeliano Amos Oz, autore che ha ricevuto diversi premi letterari, ma di cui io non avevo ancora letto nulla. Così ho deciso di non perdere tempo e di rimediare a questa mancanza. Una storia di amore e di tenebra è ritenuto il suo capolavoro, io però ho preferito iniziare con qualcosa di più breve e sicuramente alla portata di tutti: D'un tratto nel folto bosco
Ci troviamo davanti a un romanzo breve per ragazzi che si legge in poche ore, con uno stile scorrevole e chiaro e una trama lineare. Devo dire che l'ho divorato ed è una cosa che non mi capitava da molto tempo. Se poi aggiungiamo che i libri per bambini o per ragazzi non sono di solito fra le mie prime scelte, quando voglio acquistare qualcosa da leggere per me stessa, si può intuire quanto sia contenta di non essermi fermata al genere letterario a cui appartiene. 
D'un tratto nel folto bosco è ambientato in un paesino in cui tutti gli animali sono spariti, perfino le termiti che "smangiano il legno" e cullavano il vecchio Amon nel sonno. 
Protagonisti sono due bambini, Maya e Mati, che per scoprire dove sono finiti gli animali decidono di addentrarsi nel bosco, luogo da cui tutti gli abitanti del paese si tengono a distanza. Qui incontrano Nihe, il demone dei monti, e da questo momento in poi la storia prenderà una svolta inaspettata, fra il fantastico e la realtà di ogni giorno. 
Il paesino in cui vivono i protagonisti della storia è avvolto dalla natura, ma tutto intorno agli abitanti tace. Sono persone come tutti noi conosciamo, molto vere, molto reali.
Ognuno di noi potrebbe aver conosciuto un'insegnante come Emanuela, una persona con un grande cuore che, però, viene isolata da tutti. La zitella del paese, presa in giro perché non trova marito. 
O il vecchio Amon, che parla da solo (per l'esattezza con lo spaventapasseri, ma lui mica gli risponde!), il vecchio del paese, quello un po' matto, che molti deridono alle spalle. 
E infine quel bambino un pochino diverso, magari più sensibile, più curioso, che viene preso in giro dai compagni. 
Ecco, Amos Oz è un genio nel creare questi personaggi reali, ti sembra di conoscerli, di averli già incontrati e chi, come me, viene da un paese piccolino circondato dalla natura, non può fare a meno di riconoscerli. 
D'un tratto nel folto bosco non è una storia allegra, spensierata. Tratta problemi seri e purtroppo sempre attuali. Tratta la diversità degli esseri umani e la discriminazione, e lo fa in modo delicato, senza risultare pesante per i ragazzi, senza diventare drammatico. Amos Oz porta il lettore a riflettere sul mondo che ci circonda, ma anche su noi stessi. Siamo sicuri di non essere come gli altri? Siamo abbastanza coraggiosi da metterci in gioco e far sentire la nostra voce anche a rischio di diventare noi stessi vittime della società?
Perché l'insegnamento più grande è che siamo tutti uguali, o meglio ognuno di noi è un individuo che va rispettato. E nessuno ha il diritto di trattare male l'altro. 
In conclusione cosa mi resta da dire? È un libro che sicuramente consiglio a tutti, grandi e piccini.  
Io intanto ho già iniziato a leggere Una storia di amore e di tenebra



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