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Recensione: Abbadon's Gate - La fuga, di James S.A. Corey

Titolo: Abbadon's Gate - La fuga (The Expanse #3)
Autore: James S.A. Corey
Editore: Fanucci
Pagine: 594
Prezzo: 4,99 € (ebook), 19,00 € (cartaceo)

Voto: 4,5/5

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Quarta di copertina: 

La saga da cui è tratta la serie tv The Expanse, in onda sul canale SyFy da Dicembre 2015. Per generazioni, il sistema solare – Marte, la Luna, la fascia degli asteroidi – è stato la grande frontiera dell’umanità, il confine oltre il quale si estendevano mondi sconosciuti e insondabili, fino al giorno in cui un artefatto alieno ha abbandonato la sua orbita di operatività, sotto le nuvole di Venere, ed è apparso nell’orbita di Urano dove ha dato vita a un enorme portale, la via che conduce a un’oscurità senza stelle. Jim Holden e l’equipaggio della Rocinante fanno parte di una spedizione organizzata per raggiungere il misterioso artefatto e svelarne gli arcani. Il loro scopo è comprendere se, per il genere umano, il portale sia una minaccia o una straordinaria opportunità. Non sanno che un’intelligenza superiore ha ordito una trama segreta che ha come obiettivo la distruzione di Holden e di chiunque voglia conoscere ciò che deve rimanere ignoto. Gli uomini della Rocinante non immaginano che il pericolo peggiore è più prossimo a loro di quanto non sembri... Il nuovo appassionante capitolo di una serie che sta cambiando la storia della fantascienza, un viaggio verso il futuro, come non lo avevamo mai immaginato.

Recensione di Ariendil:

È la paura il protagonista assoluto di Abbadon’s Gate, terzo libro della sempre più sorprendente saga sci-fi The Expanse, di James S.A. Corey.
Sebbene si parli di entità aliene di inimmaginabile grandezza e fattezze quasi indescrivibili (concetto su cui Lovecraft ha basato la produzione letteraria sua e di tutti quelli che nel tempo hanno tentato di emularlo), qui non si affronta la tematica dal punto di vista orrorifico e il genere si mantiene sempre all’interno dei confini della fantascienza senza mai neanche sfiorare l’horror. La paura che permea tutto il romanzo è infatti quella legata a un salto nel buio, che dapprima si confonde con le angosce dell’ignoto e poi si scontra con la pericolosa realtà che si apprende una volta che l’ignoto diventa noto.
È Miller a guidare verso la conoscenza il lettore, Holden e gli altri personaggi. Miller, il detective morto nel primo libro, ricomparso come visione a Holden alla fine del secondo e novello Virgilio che accompagna il capitano della Rocinante nel suo viaggio oltre l’Anello in questo terzo.
L’Anello.
È attorno a questa formazione creata dalla protomolecola aliena nel bel mezzo del Sistema Solare (o per meglio dire all’interno di essa, in quella che viene definita Zona Lenta) che si concentra tutta l’azione. Manco a dirlo, è Holden a dare il via agli eventi. Stavolta non lo fa sbandierando ai quattro venti verità che sarebbe meglio tacere, stavolta si fa i fatti suoi, ma raccoglie comunque ciò che ha seminato finora. Da una parte lui segue il suo Miller (niente affatto) immaginario che lo guida verso l’Anello, dall’altra altri seguono lui. Un po’ tutti in verità: Marte, Terra, l’APE e anche chi non ha niente a che fare con la politica interplanetaria.
Tra tutti, sono due i personaggi di spicco in questa catena di inseguimenti.
La prima è Clarissa Mao, alias Melba Koh, sorella della defunta Julie Mao e figlia del multimiliardario che Holden ha sbugiardato in tutto il cosmo e spedito in galera. Spinta dalla sete di vendetta e potenziata dall’innesto di ghiandole artificiali che la rendono più forte e veloce (e splendidamente fuori di testa), Clarissa ha come unico obiettivo diffamare e uccidere James Holden, artefice della rovina della sua famiglia.
Il secondo personaggio che si ritaglia il ruolo di coprotagonista è Carlos Baca, detto Bull, membro dell’APE e in servizio a bordo di una delle navi che seguono Holden all’interno dell’Anello.
In un’altra nave della spedizione c’è la terza new entry: la reverenda Anna Volovodov, religiosa dal carattere amorevole e pacato, ma capace di decisione e fermezza nei momenti che contano. È lei a infondere calma nel caos degli eventi, a far brillare la luce nel buio dell’Anello e a placare in parte la paura.
Ma dicevo della paura.
Ognuno di questi personaggi ne è preda, a partire dalla stessa Anna, che  per imbarcarsi lascia la moglie e la figlioletta con la possibilità di non rivederle più. Paura ne prova Bull, che si ritrova a gestire l’intera flotta nel momento più nero e, per di più, paralizzato su una barella. E l’equipaggio della Rocinante, per la prima volta in balia degli eventi. Paura ne ha anche, nonostante tutta la sua forza e tutto il suo odio, Clarissa, l’unica che non sembra persa nello spazio al di là dell’Anello solo perché persa da sempre in una vita di bugie e convinzioni sbagliate.
Ciascuno dei personaggi coinvolti in questa nuova avventura interstellare ha paura. Paure personali che albergano nel profondo e paure indotte dalle circostanze del momento. Non è un caso che proprio in Abbadon’s Gate compaia il personaggio della reverenda Anna Volovodov e che a lei si affianchi e si contrapponga un altro religioso, Hector Cortez, per un dibattito teologico (e non solo) che calza a pennello nella realtà senza speranza dell’Anello. Perché quando tutto, persino le stelle, si spengono in cosa si può riporre fede se non nella fede stessa? In molte cose, e ciascuno dei protagonisti farà della propria forza il Dio su cui contare.
Questo terzo libro, come già il primo, ha bisogno di tempo per entrare nel vivo della storia, tutti i nuovi personaggi hanno bisogno di tempo per conquistare il cuore del lettore e l’Anello stesso ha bisogno di tempo per essere capito. Ma, come per Leviathan, è un tempo che vale la pena investire perché è qui che inizia l’espansione verso nuove galassie.




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