Autore: Nicolas Barreau
Editore: Feltrinelli
Pagine: 232
Prezzo: 9,99 € (ebook), 12,75 € (cartaceo)
Voto: 3,5/5
Quarta di copertina:
Dopo la scomparsa della moglie Hélène, Julien Azoulay è inconsolabile. Autore di commedie romantiche di successo, si sente beffato dal destino: come potrà più credere nell'amore se l'amore lo ha tradito? E come continuare a inventare storie a lieto fine se ha il cuore spezzato? Ma la saggia Hélène è riuscita a estorcergli una promessa: dovrà scriverle trentatré lettere, una per ogni anno che ha vissuto. Così Julien le racconta delle giornate che è costretto ad affrontare. Del nuovo romanzo che non avanza. Di Parigi che senza di lei non ha più la stessa luce. Del loro figlio di quattro anni, che non vuole più avere un papà triste. Della vicina, nonché migliore amica di Hélène, con la sua gatta Zazie. Hélène è sepolta nel cimitero di Montmartre ed è lì, in uno scomparto segreto ricavato nella lapide, che Julien lascia le sue lettere. Finché, un giorno, spariscono. Julien non crede ai propri occhi. Non ha raccontato a nessuno dell'ultimo desiderio di Hélène e, cosa ancora più strana, per ogni lettera che scompare si materializza una "risposta": un sasso a forma di cuore, una poesia di Prévert, dei fiori, due biglietti del cinema per l'Orphée di Cocteau... È davvero possibile che l'amore della sua vita gli mandi un segno dal cielo o c'è qualcuno che si prende gioco di lui? E perché? Nel suo romanzo, Nicolas Barreau ci porta ancora a Parigi. Questa volta a passeggiare tra i vicoli di Montmartre o a guardare il tramonto dalla gradinata del Sacré-C?ur, ma soprattutto dentro una storia sul potere catartico dell'amore.
Recensione di Antonella:
A volte scelgo le mie letture perché
attratta da un’ambientazione in particolare. È stato il caso di questo romanzo
di Barreau: l’idea di immergermi tra le vie di Parigi, soprattutto a Montmartre,
ha solleticato la mia curiosità. Metti anche una trama originale e romantica,
unita al fatto che abbia apprezzato altri lavori di questo autore, e il gioco è
fatto.
Nicolas Barreau possiede la capacità di
trasportare il lettore nei luoghi narrati nei suoi libri; un attimo prima sei
nella tua camera da letto, quello dopo ti trovi in un cafè di Saint-Germain-des-Prés. Il suo stile è fluido e molto
evocativo, senza perdersi in minuziose descrizioni riesce a farti vivere ciò di
cui scrive. È scorrevole, a tratti commovente, la scrittura in prima persona
facilita senza dubbio l’immedesimazione nel protagonista, Julien, alle prese
con il suo amore perduto e la necessità di tornare a vivere per il figlioletto
Arthur.
Dicevo che la trama è stato uno degli
elementi decisivi per la scelta di questo romanzo. In effetti si presenta molto
originale e diversa dal solito: l’idea delle lettere lasciate in uno scomparto
segreto nella lapide della moglie è romantica e inusuale al punto giusto,
quindi fa venir voglia di saperne di più. In questo libro non accadono vicende
spettacolari, né si assiste a veri e propri colpi di scena, in realtà: tutto
scorre seguendo il fil rouge delle
lettere, mantenendo un buon ritmo, molto pacifico. A dirla tutta, questa
assenza di picchi narrativi mi ha lasciata un pochino insoddisfatta: mi sarei
aspettata un po’ più di movimento, di suspense. La trama scorre bene, certo,
non ci sono buchi né stalli, ma non ho trovato pathos. Questa è una delle due
piccole pecche che ho riscontrato nel romanzo. L’altra ve la svelerò tra poco.
Per quanto riguarda i personaggi, li ho
trovati ben costruiti, completi e inseriti a dovere nell’intreccio. Possiedono
tutti una psicologia ben tratteggiata, anche quelli secondari, che pure giocano
un ruolo importante nella vicenda. Sono persone reali, con le loro peculiarità
e i loro difetti, e risultano davvero credibili. Anche la figura di Hélène, che
è già morta all’inizio della storia e compare solo nei ricordi di Julien e in
qualche flashback, risulta estremamente vera, così dolce e forte al tempo
stesso, si vorrebbe poterla riportare in vita per conoscerla meglio.
Tutti i personaggi compiono una pur piccola evoluzione nel corso della storia, certo è così per il protagonista: si ritrova a dover fronteggiare il proprio dolore e le proprie difficoltà, accompagnato dal ricordo della moglie, e questo percorso lo fa maturare e lo cambia. Attraversiamo insieme a lui la sua frustrazione, la sua incertezza, la sua paura, per poi intravedere al suo fianco la possibilità di una nuova vita. Attraverso la sua storia riusciamo forse a immaginare un’alternativa migliore per noi stessi, arrivando a credere davvero che tutto sia possibile nella magia di un attimo, continuando a credere nell’amore e nei buoni sentimenti. Insomma, non c’è nulla da dire, Barreau sa quello che fa: tra personaggi e ambientazioni, siamo già molto ben avviati.
Tutti i personaggi compiono una pur piccola evoluzione nel corso della storia, certo è così per il protagonista: si ritrova a dover fronteggiare il proprio dolore e le proprie difficoltà, accompagnato dal ricordo della moglie, e questo percorso lo fa maturare e lo cambia. Attraversiamo insieme a lui la sua frustrazione, la sua incertezza, la sua paura, per poi intravedere al suo fianco la possibilità di una nuova vita. Attraverso la sua storia riusciamo forse a immaginare un’alternativa migliore per noi stessi, arrivando a credere davvero che tutto sia possibile nella magia di un attimo, continuando a credere nell’amore e nei buoni sentimenti. Insomma, non c’è nulla da dire, Barreau sa quello che fa: tra personaggi e ambientazioni, siamo già molto ben avviati.
Veniamo alla seconda e ultima pecca: la
soluzione. Confesso che mi aspettavo qualcosa di più. Non saprei dire che cosa,
esattamente, credo che questo problema di conclusione sia collegato alla
mancanza di pathos narrativo. Il punto è che avevo già intuito come sarebbe
andata a finire, molto prima di arrivare agli ultimi capitoli, solo che speravo
tanto non fosse così, perché volevo qualcosa di più. Quel qualcosa non è
arrivato, ma non posso certo dire che l’autore abbia costruito un brutto
finale, anzi: è comunque in linea con la scrittura di Barreau, quindi non si
può affatto dire che rovini il romanzo.
Una bella lettura, dunque, piacevole e
rilassante, ideale per gli amanti delle storie romantiche con un pizzico
d’introspezione, e per coloro che amano Parigi.
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