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Recensione: Il fiore della notte, di Herbert Lieberman

Titolo: Il fiore delle notte
Autore: Herbert Lieberman
Editore: minimum fax
Pagine: 465
Prezzo: 7,49 € (ebook), 16,15 € (cartaceo)

Voto: 4,5/5

Puoi acquistarlo QUI (ebook) e QUI (cartaceo).

Questo ebook ci è stato gentilmente offerto da minimum fax in cambio di una recensione onesta.

Quarta di copertina: 

A New York la primavera annuncia ogni volta una rinascita: il clima si fa mite dopo i rigori dell'inverno, e la luce si ferma più a lungo, calando tra i grattacieli e i palazzi di arenaria, e tenendo lontana la notte e i suoi orrori. Per il detective Francis Mooney, ormai anziano, solitario, ribelle e insofferente a ogni regola ma tollerato dai superiori perché i tanti casi risolti lo rendono pressoché inamovibile, aprile è davvero il mese più crudele, perché è in questa stagione che, una volta all'anno, un misterioso assassino uccide le sue vittime. I delitti sono concentrati in tre o quattro isolati al centro di Manhattan, e qualsiasi passante si trovi nella zona dei teatri intorno alle dieci di sera, l'ora in cui la folla è più numerosa, può diventare il bersaglio ignaro di un grosso blocco di cemento lasciato cadere dal tetto di un palazzo. Le vittime sono ormai cinque, e la polizia insiste ad archiviare le loro morti come «accidentali», ma Mooney è certo che dietro l'apparente casualità di questi incidenti si nasconda la mano di un folle: anzi, di un vero e proprio serial killer. Comincia così un'indagine serrata, solitaria e ossessiva, che porterà l'anziano detective a fare i conti con un personaggio inconsueto quanto inaffidabile e pericoloso: un drogato, mitomane e paranoico, che si sente felice solo in ospedale, ma che è anche l'unico a poterlo aiutare nella ricerca della verità.

Recensione di Silver:

I libri di minimum fax sono una garanzia. Ho iniziato questo romanzo chiedendomi quanto ci avrei messo a "sgamare" l'assassino (il fatto di riuscire a capire molto presto chi è il colpevole mi aveva allontanata in passato da libri gialli, polizieschi, thriller e simili), ma mi sono ritrovata immersa in una lettura del tutto diversa da quello che mi aspettavo. A un certo punto del romanzo si sa  già chi è l'assassino. Lo sappiamo noi lettori, lo sospetta il detective Mooney e lo sa per certo il terzo personaggio che ci verrà raccontato fra le pagine di questo thriller.
Quello che abbiamo davanti infatti è un caso da risolvere che ci condurrà a fare la conoscenza di tre personaggi: il detective Mooney, il farmacodipendente Watford e, infine, l'assassino stesso.
Ma andiamo con ordine.
Il caso: ogni anno a primavera, un pazzo lancia un pezzo di cemento dal tetto di un edificio nel centro di Manhattan. Ogni anno una persona muore. Poiché i casi accadono a un anno di distanza gli uni dagli altri e non sembrano collegati in alcun modo, e poiché non viene usata alcuna arma, ma il pezzo di cemento sembra essersi distaccato dall'edificio stesso, la polizia assume si tratti di incidenti. Il detective Mooney, che già non si fa voler bene dai colleghi, però, sospetta altro e inizia a indagare. Perché accade sempre nello stesso periodo dell'anno? Perché l'assassino decide di uccidere la gente lasciando cadere un pezzo di cemento dal tetto, senza una vittima precisa? Cosa spinge qualcuno a fare una cosa del genere?
Mentre Mooney indaga, il lettore fa la conoscenza di Watford: farmacodipendente, maestro nel cambiare identità, bugiardo a tempo pieno. Un uomo con un passato poco piacevole a causa del padre e con una sorella che, da adulta, non lo vuole più vedere per salvare il proprio matrimonio. Insomma un uomo solo, a cui serve esclusivamente una cosa per stare bene: il Demerol.
La struttura: le storie dei due uomini si sviluppano parallele per la maggior parte del romanzo, solo verso la fine i loro destini si incrociano e portano avanti la trama, facendoci avvicinare alla soluzione del caso.
Ogni tanto le due parallele vengono interrotte da capitoli in cui ci viene offerta la visione dell'assassino, e se all'inizio questi capitoli restano impersonali, in quanto nemmeno il lettore sa chi sia, una volta intuito il nome si manifesta anche nelle parti dedicate a questa persona.
Lo stile e i personaggi: lo stile di questo autore mi ha catturata. Per la maggior parte del tempo non ci sono colpi di scena (si può dire che non ce ne siano fino alla fine) ma la scrittura scorre che è una meraviglia, le descrizioni, i particolari con cui ci mostra i due personaggi principali portano a voler continuare la lettura. Non siamo di fronte al tipico thriller, ma ci ritroviamo davanti a un romanzo che studia a fondo i suoi personaggi, leggiamo la storia di due uomini, le loro preoccupazioni, il loro modo di vivere, scopriamo la società com'è vista dai loro occhi. Sono due personaggi che a fine romanzo il lettore sa di conoscere a fondo e a cui, nel bene o nel male, si affeziona.
Meno approfondito il personaggio dell'assassino, a dimostrazione del fatto che forse non è il caso a stare al centro dell'attenzione, ma le persone che vi ruotano attorno.
Un'altra piccola nota sullo stile: mentre leggevo il romanzo godendone ogni singola riga perché scritto veramente bene, ma proprio bene, riflettevo sul fatto che si tratta in realtà di una traduzione e là ho avuto un momento "wow". Chi è il traduttore che riesce a rendere un testo in tal modo, con una tale bravura, uno stile sicuro e scorrevole, senza risultare semplice o banale, ma curato, pensato, insomma un testo tradotto da un vero professionista, da un artista della parola? Ho cercato il nome del traduttore: Tullio Dobner.
Come dicevo: una garanzia.
Mi sono dilungata molto, ed è ora che concluda la recensione, ma non posso farlo senza spiegare perché ho tolto una mezza stellina al voto. È presto spiegato: il modo in cui viene risolto (se davvero si può usare la parola "risolto") non mi è piaciuto. Senza fare spoiler, posso dire che mi aspettavo almeno un colpo di scena finale, quel momento in cui esulti insieme al detective e pensi "yes, lo abbiamo in pugno, finalmente!". Niente di tutto ciò. E questo, lo ammetto, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Solo un po', certo, ma basta per togliere mezza stellina al giudizio finale.

In ogni caso, Il fiore della notte è un romanzo che mi sento di consigliare caldamente e sicuramente leggerò altro di questo autore in futuro.


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