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Recensione: La maledizione di Solarius, di Stefania Siano

Titolo: La maledizione di Solarius
Autore: Stefania Siano
Editore: Plesio Editore
Pagine: 153
Prezzo: 2,99 € (ebook), 8,50 € (cartaceo)

Voto: 4/5

Puoi acquistarlo QUI (ebook) e QUI (cartaceo)

Quarta di copertina: 

Dopo un grande successo editoriale, la vena creativa abbandona Carlo e l'autore inizia a trascorrere intere giornate chiuso nel suo studio, cercando di scrivere qualcosa che lo soddisfi. Le cose cambiano quando sua figlia immagina la storia di Solarius e della sua maledizione. L'ossessione di Carlo è così forte da vedere se stesso nei panni del protagonista e la sua vita finisce per dividersi tra la difficile routine quotidiana e l'esistenza del principe. Ma la realtà di Solarius, che ha come unico obiettivo conquistare la fredda e austera principessa Lunaris, avrà presto il sopravvento...

Recensione di Ariendil:

La maledizione di Solarius è un libro che fa dannatamente bene il suo lavoro: intrattenere.
Senza la pretesa di ergersi a capolavoro della narrativa italiana e senza la promessa di essere uno di quei libri che ti segneranno per il resto della vita, questo romanzo regala un paio d’ore di piacevole lettura e una storia con il giusto equilibrio di azione e introspezione, leggerezza e profondità. Accenna a temi importanti e sfiora le emozioni senza però addentrarsi nei sentieri bui in cui è fin troppo facile perdersi una volta che si decide di percorrerli. Stefania Siano non lo fa del tutto. O meglio, lascia che sia il lettore a farlo, durante la lettura o più tardi, a libro terminato, e solo se lo vuole. Apre la via per quei sentieri, li mostra attraverso i chiaroscuri del protagonista Carlo (e i soli scuri dell’altro protagonista Solarius) ma sta al lettore scegliere quanto in profondità andare: può decidere di addentrarsi nella parte più introspettiva del romanzo, nell’animo di Carlo, e andare a ricercare analogie e differenze tra la propria vita e quella dello scrittore-fallito, scrittore-fannullone, scrittore che vive solo di ciò che scrive, con buona pace per il resto del mondo, famiglia (moglie e figlia) compresa; oppure può lasciarsi sfilare accanto questi temi e godersi la storia, un intreccio tra realtà e fantasia, con la quotidianità di Carlo da una parte e Solarius, protagonista del suo ultimo libro, dall’altra. Io ho scelto questa seconda via, ho rinunciato a quei sentieri bui, apprezzando la discrezione dell’autrice che non ha voluto per forza andare a rovistare nelle mie emozioni. Per la cronaca, anche avvincere con una trama che non prevede pianti strazianti e strappi di capelli vuol dire arrivare alle emozioni del lettore ed è difficile tanto quanto far scendere lacrime.
Io che di piangere per scelta proprio non c’ho voglia e che volevo solo leggere una bella storia (fantasy ma non solo), mi sono goduta tutte le altre sfumature che questo piccolo romanzo sa dare, a partire dalla sua struttura. Che volete farci, mi emoziono di più davanti a filoni narrativi ben intrecciati che a una moglie messa da parte dal marito... ve l’ho detto, questo libro si può leggere in più modi e ognuno sceglie il suo.
Quindi, filoni narrativi. I principali sono due, la vita di Carlo e la storia che sta scrivendo, La maledizione di Solarius. Nel primo vediamo il triste buco nero dal quale l’ex scrittore di successo ormai dimenticato prova a riemergere grazie all’aiuto della figlioletta, cui va il merito di avergli ispirato La maledizione di Solarius. Ma che dico ispirato, Carlo copia spudoratamente le idee della figlia e si blocca ogni volta che la bimba non lo rende partecipe delle sue fantasie! Si può stare qui un’ora a disquisire su quanto Carlo desideri passare del tempo con la figlia per puro e semplice amore genitoriale o quanto invece voglia sapere della storia che lei ha in mente, ma questo ci riporta a quanto detto sopra: sceglierete voi quanto andare in profondità, io ho i miei filoni narrativi a cui pensare! Il secondo è il manoscritto che si va sviluppando man mano che Carlo lo scrive. Leggiamo di Solarius, principe della casa del Sole, e di Lunaris, principessa della casa della Luna, e...
no, non cominciate a fare gli occhi a cuoricino perché la storia d’amore tra i due è tutto tranne che scontata. Ed è frutto della fantasia della figlia di Carlo solo fino a un certo punto, perché il resto appartiene al terzo filone narrativo, più nascosto e a metà tra follia e fantasia. È sul confine tra le due che si cammina nella parte finale del romanzo, con le due storie che, in un modo o nell’altro, arrivano alla loro tutt’altro che prevedibile conclusione.
Tutto il resto lo fa una scrittura veloce, vivace, senza fronzoli e senza grosse sbavature (piccole sì, qualcosa in fase di editing deve essere sfuggito). Una scrittura che, vuoi per la dinamicità strutturale del romanzo, vuoi per quella stilistica, non annoia mai. E vi pare poco?
Certo, rimane la sensazione di aver letto una storia che aveva tutte le carte in regola per poter dare di più (come detto, è un piccolo romanzo di 150 pagine), ma c’è una cosa peggiore del non promettere troppo: non mantenere le promesse. La maledizione di Solarius non ne fa molte, ma le mantiene tutte.

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