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Recensione: Re Rosso, di Roberto Saguatti

Titolo: Re Rosso
Autore: Roberto Saguatti
Editore: Plesio Editore
Pagine: 142
Prezzo: 12,00 € (al momento scontato sul sito dell'editore a 9,60 €)

Voto: 4/5

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Quarta di copertina: 

Sei il Re Rosso, il gatto del signore del castello, ma stai per affrontare la giornata più avventurosa della tua vita e solo le tue scelte potranno salvarti. Un viaggio emozionante fra cani, gatti, draghi, pericoli, tranelli e tradimenti, ma anche aiuti inaspettati. Sarà la rovina o sarà gloria? Sei il padrone delle tue azioni, lancia il dado e comincia la sfida. Riuscirai ad arrivare in fondo senza perdere le tue sette vite? Età di lettura: da 10 anni.

Recensione di Ariendil:

Per parlarvi in modo completo della mia esperienza di gioco/lettura di Re Rosso, librogame di Roberto Saguatti, dovrei scrivere tre recensioni diverse. Vi tranquillizzo subito: non lo farò. Eppure potrei perché la particolarità di questo bell’esperimento (riuscitissimo) è proprio la possibilità di giocare con tre modalità differenti a seconda del livello di difficoltà con cui ci si vuole confrontare.
Inutile dire che quella che ho preferito è la modalità “gladio”, ossia quella che prevede la scheda dei personaggi, il lancio di dadi, i conteggi dei punti ferita... insomma, quella più amata da chi come me è un appassionato di giochi di ruolo e librigame come Lupo Solitario. Il sistema, sebbene preveda l’utilizzo di un oggetto aggiuntivo (d20, dado da 20), risulta ugualmente abbastanza snello da non far perdere il giocatore in astrusi meccanismi che rischiano di allontanarlo dalla narrazione. Al contrario, i lanci di dado sono sempre ben inseriti nel contesto e, fatta eccezione per i combattimenti più lunghi nei quali a volte si ha la sensazione di tirare un po’ troppo, non distolgono mai l’attenzione dalla storia del simpatico gatto protagonista.
Ma non mettiamoci a parlare di gatti altrimenti ci perdiamo tutti tra fusa e miagolii, parliamo invece del secondo punto vincente messo a segno da Re Rosso: il target di lettori al quale il librogame si rivolge.
A me ha divertito molto giocare nella modalità “gladio” ma, come avrete capito da ciò che ho scritto prima, il meccanismo è tutt’altro che complicato, adattissimo anche ai bambini. E quando parlo di bambini tengo in considerazione un range davvero ampio d’età perché, anche se consigliato dai 10 anni in su, ritengo possa essere proposto anche a bambini di età inferiore, magari letto e adattato dai genitori.
Se infatti la modalità “gladio” può soddisfare persino una persona adulta come me (e qui si prega di non ridere), è di certo adatta anche ai ragazzini alle prese con le prime avventure di giochi di ruolo, mentre i più piccolini possono divertirsi con la modalità più facile di tutte: la storia a bivi. È infatti possibile anche tralasciare completamente la parte di lanci di dado e schede personaggio per seguire semplicemente la storia, decidendo soltanto di volta in volta quale scelta compiere. Questo rende il librogame adatto anche a essere letto dai genitori ai bambini, che potranno essere coinvolti sia con le scelte da compiere a ogni bivio sia con le belle illustrazioni presenti all’interno, anche se non in numero tale da poterlo definire un libro illustrato.
Tra queste due modalità di gioco, se ne pone una intermedia, chiamata “pugnale”, che inserisce la variabile del lancio di dado (sempre il d20) ma semplifica il meccanismo eliminando i punti ferita. È la modalità che personalmente ho gradito meno, ma che può appassionare chi vuole giocare in modo agile senza rinunciare al d20.
E della storia non ne parliamo? Sarebbe riduttivo fare una recensione del solo sistema di gioco, per quanto sia fondamentale nei librigame, ma è sempre difficile parlare di storia quando questa può cambiare a ogni rilettura a seconda delle decisioni che vengono prese nei vari bivi. Come avrete capito, io ci ho giocato più volte e per questo posso dire che la rigiocabilità beneficia molto delle tre diverse modalità, ma anche di una trama che fortunatamente non si tiene troppo stretta la scelta giusta. A ben vedere, non esiste sempre una vera e propria scelta giusta ed è previsto più di un finale felice, sebbene ce ne siano anche altri che spaziano dal fallimentare al tragico (sì, nonostante il protagonista sia un gattino molto puccioso, si muore: trovate voi il modo di mettere giù bene questo aspetto ai bambini più piccoli... o a voi).
Giocate a Re Rosso,allora. Giocateci da soli, giocateci con i bambini, grandi o piccoli che siano. Giocateci in modalità “storia a bivi”, giocateci in modalità “pugnale”, giocateci in modalità “gladio”. Giocateci e rigiocateci. E regalatelo se conoscete qualche piccolo (o grande) appassionato di librigame.

Anche perché il ricavato va ai gattini.


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