Titolo: Fuori è buio
Autore: Eleonora Della Gatta
Editore: Dunwich Edizioni
Numero di pagine: 180
Prezzo: 2,99€ (ebook); € 9,90 (cartaceo)
Voto: 3,5/5
Trama:
Tredici racconti che si snodano nel mondo del fantastico, tra horror e fantascienza con tocchi di urban fantasy. Incontreremo alieni che conducono il telegiornale, un uomo afflitto da un mal di testa molto particolare, un artista americano che dipinge con i gessetti colorati opere d’arte dagli strani poteri. C’è un veterinario che custodisce un segreto terribile che lo porterà sulla soglia della follia, un bambino curioso che ficca il naso dove non dovrebbe, una divinità indù che sta preparando la distruzione di tutta l’umanità e non solo, una donna con il pollice verde il cui amore per le piante si spinge oltre ogni limite, un automobilista sfortunato che incappa negli abitanti di un piccolo paesino del sud che lo coinvolgeranno in una particolare processione. Questo e molto altro nei tredici racconti della raccolta Fuori è buio.
Recensione:
"Fuori è buio" è una raccolta di racconti e come tale rappresenta sempre un rischio per il lettore. La conoscenza dell'autore o della collana di pubblicazione può mitigarlo, ma la mancanza di uno degli elementi più importanti nel processo di scelta di un libro, il riassunto della trama, rende il tutto un vero e proprio salto della fede. Certo qualche indizio c'è sempre, ma è comunque un azzardo. Il risvolto della medaglia è che si possono leggere tante storie, con personaggi e ambientazioni diversi.
Ammetto, con candore, che non conoscevo questa autrice, ma il libro di Eleonora Della Gatta mi ha colpito inizialmente per la sua copertina, molto bella, gotica e onirica, e per il titolo, che rimanda immediatamente al mondo horror ma crea anche una sensazione di ritorno all'infanzia e alle paure che si potevano avere quando, appunto, fuori era buio.
Mai sensazione fu più appropriata, almeno per quanto mi riguarda. Piuttosto che racconti dell'orrore, infatti, quelli di "Fuori è buio" sembrano favole dell'orrore.
Forse per l'ambientazione, spesso in paesini piccoli, in ambienti familiari, in regioni affascinanti da un punto di vista folkloristico, forse per i temi trattati che, seppur spaziando in vari generi, si concentrano perlopiù su storie di streghe e magia, ma la sensazione che ho avuto leggendo è quella di una raccolta di favole.
I temi sono tra i più vari nell'horror, troviamo un po' tutti i capostipiti: mostri, streghe, vampiri, alieni e così via. Può sapere di già visto o letto, l'horror purtroppo è un po' così, i temi sono spesso gli stessi, ma il modo in cui l'autrice li ha trattati è abbastanza originale e interessante.
I racconti sono brevi - tranne uno, il più elaborato e complesso - e facilmente prevedibili nel loro svolgimento. Le idee sono interessanti, soprattutto alcune, come ad esempio la rielaborazione del concetto classico di vampiro. La sensazione che si ha leggendoli non è quella di grande stupore, ma nemmeno di paura o orrore, come ci si potrebbe aspettare da questo genere. Si ha, piuttosto, l'impressione di leggere, come già detto, dei racconti folkloristici, con alcune eccezioni, e credo sia stato proprio quello l'obiettivo della raccolta.
I personaggi appaiono e scompaiono, come è giusto che sia, data la brevità dei racconti, ma restano comunque impressi, chi più chi meno. L'analisi della loro psicologia non sempre mi ha convinto, tuttavia bisogna ammettere che il male spesso è dove non sembra e i cambiamenti dell'animo umano possono essere più veloci che mai, soprattutto quando intervengono elementi sovrannaturali.
Per quanto riguarda le ambientazioni, non sono state sempre analizzate per bene, spesso perché poco importanti nel complesso del racconto. Ma laddove, al contrario, sono state descritte, il lavoro risulta ben fatto. Ho adorato molto la Sardegna ritratta da Della Gatta, così come la Puglia. Percepisco, se non vado errata, un amore per certe terre da parte dell'autrice e lo apprezzo moltissimo.
Alcuni racconti mi sono piaciuti più di altri, come ad esempio La Secàra, l'unico che insieme a Respiri di Pietra, mi ha dato quella sensazione di attesa e paura che cercavo in un libro horror.
Respiri di Pietra è stato il mio preferito, con la sua ambientazione in Castel del Monte e la visione quasi onirica e confusa che trasmette la protagonista. Ho adorato i "cattivi" di questa storia (che non voglio spoilerare a chi di voi non ha ancora letto la raccolta), anche se il finale mi ha un pochino delusa.
Nota particolare va a Shiva, racconto che sembra distaccato dal resto della raccolta per tema e stile. Non è propriamente horror, sebbene l'argomento sia forse il più inquietante di tutti, ma è un tipo di orrore diverso, più profondo e complesso. Ho sinceramente apprezzato molto quello che ha fatto qui l'autrice.
Per quanto riguarda lo stile dell'opera, devo dire che è semplice e funzionale, piacevole da leggere. Ad eccezione di Shiva, in cui si nota un cambiamento di stile, perlopiù la lettura è scorrevole e procede senza intoppi fino alla fine.
Riassumendo, come libro horror non mi ha del tutto preso, tuttavia la sensazione che mi ha dato è stata piacevole. Era come ascoltare, mentre fuori è buio e magari piove, una serie di favole della buonanotte un po' macabre e decisamente non adatte ai bambini.
Il mio voto non va oltre il 3 e mezzo tuttavia. Sebbene i racconti siano scritti bene, siano scorrevoli e anche originali in alcuni casi, non mi ha colpito fino in fondo. C'è qualcosa che non so definire e che mi ha messa molto in difficoltà nel dare un voto a questo libro, ma che mi ha lasciata leggermente insoddisfatta. Forse ho percepito alcuni racconti come finiti troppo in fretta, forse non mi ha messo paura come speravo.
Tuttavia, se pensate che non consigli questo libro vi sbagliate di grosso. Leggetelo perché, come ho detto, non solo è piacevole e di compagnia (cosa importantissima in un libro), ma sebbene non sia quel tipo di libro che non vi farà dormire la notte, ha un horror diverso, più ricercato in alcuni casi, che vi farà comunque guardare un cane o un albero diversamente, vi farà seguire con sospetto il telegiornale della sera o scegliere con cura il vestito per il prossimo carnevale e di sicuro renderà più avvincente la vostra prossima visita a Castel del Monte. Ah, e non dimenticate di restituire i libri in biblioteca, oltre che simbolo di buona educazione potrebbe salvarvi la vita.
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