Titolo: Risvegliarsi in uno strano posto
Autore: Eric Arvin
Traduttore: Laura Di Berardino
Editore: Dreamspinner Press
Prezzo: 6,99 $
Voto: 5/5
Trama: Joe si sveglia in un campo d’orzo senza vestiti, senza ricordi e senza
nessuna idea di come ci sia arrivato. Ancora non lo sa, ma quello è
l’ultimo grande viaggio della sua vita. Con Baker, la sua anima guida, e
la spinta a essere coraggioso di un misterioso, seducente e in qualche
modo familiare Straniero, Joe parte per un viaggio attraverso un
mutevole paesaggio fantastico per affrontare il suo passato.
La ricerca non è priva di sfide. Il passato di Joe non è sempre una cosa facile da rivivere, ma se vuole trovare la pace – e riunirsi allo Straniero da cui è fortemente attratto – dovrà continuare fino alla fine, non importa quanto sarà forte la tentazione di fermarsi lungo la strada. (Dal sito dell'editore)
La ricerca non è priva di sfide. Il passato di Joe non è sempre una cosa facile da rivivere, ma se vuole trovare la pace – e riunirsi allo Straniero da cui è fortemente attratto – dovrà continuare fino alla fine, non importa quanto sarà forte la tentazione di fermarsi lungo la strada. (Dal sito dell'editore)
Recensione:
Anche questa volta Eric Arvin è
riuscito a conquistarmi con le sue parole e con le sue avventure.
Quello che troverete in Risvegliarsi in uno strano posto è un
viaggio bellissimo, difficile, necessario. Proprio come in Solo
una bozza, Eric ci prende per mano, attraverso il protagonista, e
ci conduce in posti nuovi, mai visitati prima, alla ricerca di noi
stessi. Ma questa volta Arvin supera se stesso. È stato di una
bravura incredibile nel descrivere i luoghi, i ricordi, le persone.
Il viaggio di Joe è diverso da quello
che aveva dovuto affrontare Logan in Solo una bozza. Joe infatti
si risveglia un giorno in un campo d'orzo. Nudo. Non ha la più
pallida idea di dove si trovi, ma ben presto lo Straniero e poi Baker
gli faranno capire che il luogo in cui si è risvegliato è un posto
che esiste, non nella realtà, ma esiste perché una coscienza o
l'altra desidera che esista in quel modo. Tutto in quello strano
posto può cambiare in un istante o restare così in eterno. Non ci
sono stagioni, ma ci sono le emozioni. Soprattutto ci sono i
ricordi legati a esse.
Joe ha dimenticato molto della sua vita
appena passata e Baker, la sua guida, lo accompagnerà lungo il
viaggio alla ricerca dei ricordi perduti e delle persone dimenticate,
ma che hanno contribuito a fare di Joe la persona che era. E vi
assicuro, ogni incontro è decisivo, ogni incontro susciterà
emozioni nel lettore. A volte ho provato meraviglia (come dimenticare
nonno Joe con le ali, quanto l'ho adorato!) altre paura (il giardino
della mamma di Declan ha suscitato in me inquietudine, soprattutto il
grande albero, quanto dolore, quanti rimorsi!), altre ancora stupore
(che dire della Città del Pensiero?)
La Città del Pensiero:
Giù, sui gradini scintillanti di una grande e bella struttura accademica, i cittadini erano seduti in piccoli gruppi e leggevano dei libri, come se si trattasse di una biblioteca pubblica. Un fiume di persone entrava e usciva dalla massiccia porta del palazzo, ognuno di loro con uno o più libri in mano. E sopra la cupola d’argento, la più grande di tutta la città, galleggiavano parole. Le parole formavano lettere e frasi, persino interi paragrafi. Erano un po’ trasparenti, eppure erano lì, nuotavano nell’aria a fianco del pallone. Manifestazioni fisiche di frasi che procedevano alla deriva verso l’alto, spingendosi più su nell’atmosfera di quanto una mongolfiera potesse osare. Alcune erano magre e asciutte, di bell’aspetto, mentre altre erano grassocce e piene. C’erano parole antiche,definizioni e geroglifici, e copioni, canzoni e linguaggi non ancora scoperti. Volteggiavano in delicate spirali verso l’alto. Si sarebbe potuto leggere un intero libro o una lettera d’amore o un manuale di formazione, rimanendo nella stessa posizione abbastanza a lungo. Sembrava che le parole di ogni testo scritto fossero lì a ballare attorno al pallone.
Le domande alla base di Risvegliarsi
in uno strano posto e di Solo una bozza sono simili. Il
protagonista intraprende un viaggio alla ricerca di se stesso.
Chi sono? Chi ero? Chi voglio essere? Eric Arvin ha un enorme
talento in questo. E ogni volta, mentre leggevo i suoi libri,
chiedevo all'autore: è lo stesso viaggio che hai fatto tu? Perché
alcune cose sono così vere, così reali - perfino in un luogo che non
assomiglia in niente alla realtà - che si può pensare che dietro di esse si nasconda la verità.
Un viaggio bellissimo e difficile,
quello di Joe.
Un viaggio che, mentre leggevo, mi ha
riportato in mente le avventure di Alice nel paese delle meraviglie,
Peter Pan, Il castello errante di Howl, ma anche Dante e Don Quijote.
Leggevo e mi sembrava di entrare in tanti mondi fiabeschi. In posti
sconosciuti, colorati, a volte magici, a volte fin troppo reali. E
ognuno di quei luoghi non esiste davvero, eppure è reale, così come
lo è la coscienza che lo ha creato.
Una volta iniziato, non sarete in grado di interrompere il viaggio.
Dovrete e vorrete sapere cosa c'è oltre quel fiume, cosa incontrerà
Joe nella foresta, chi vive su quella montagna.
E verserete lacrime. L'incontro tanto atteso con lo Straniero sarà
emozionante, ma la scena in cui ho davvero pianto è stato quando
Baker incontrerà la persona che amava. E infine quando si scoprirà
la vera identità di Baker, un personaggio che lungo tutto il viaggio
non fa che da accompagnatore, pronto a incoraggiare Joe e a
consolarlo, sempre con una chitarra in mano e una canzone da cantare.
E stato bellissimo scoprire la sua importanza nella visione di
insieme.
“Lou,” sussurrò Joe tra le lacrime mentre baciava la spalla nuda del suo compagno. Si sentiva completamente riscaldato e sicuro in quell’abbraccio, come se fosse l’unico posto in cui avrebbe mai voluto essere. Proprio così. Lì, tra quelle braccia, per sempre, in ogni vita.Lou si ritrasse a malincuore, tenendolo ancora per mano, e posò le labbra morbide su quelle di Joe. L’esistenza reagì al loro incontro. Immediatamente, fu come se due metà divenissero nuovamente un tutt’uno. I colori presero a lampeggiare nel cielo sopra di loro mentre si trovavano insieme: dal giorno alla notte, dalla notte al giorno. Rimasero immobili e si baciarono così a lungo che avrebbero potuto essere scambiati per parte del paesaggio, mentre le viti salivano lungo le loro gambe e l’erba cresceva intorno a loro, mentre la polvere veniva raccolta e sepolta come i frammenti sparsi dell’abbazia. Non sapevano o non gli importava quante vite passavano nei mondi. Solo i custodi del tempo sapevano quanto tempo fosse passato, forse intere epoche. Eppure fu solo un piccolo momento per Joe e Lou. Nient’altro che un semplice, sospirato abbraccio che né il tempo né la morte potevano contenere.
Uno stile che fa riflettere, parole scelte con giudizio, mai messe a
caso. È un libro che si dovrebbe analizzare nella sua filosofia.
Quanto sono importanti le persone che ci circondano durante la vita?
Quanto può essere decisivo l'incontro anche furtivo con una persona?
Cosa ci rende ciò che siamo, cosa facciamo per rendere gli altri
ciò che sono? Dove ci porterà il nostro viaggio?
L'autore sembra far capolino fra le sue stesse righe quando condanna
un'esistenza legata alle macchine, e proclama la libertà di poter
morire. Ma anche quando parla dei credenti, condannati a soffrire
solo perché è quello che pensano di meritare. Per vivere in pace
nell'Eterno Attimo, bisogna non credere in Dio, ma semplicemente
esistere. Quest'ultimo punto lo avrei trattato con più delicatezza,
potrebbe offendere alcuni dei lettori.
“L'Eterno Attimo è un posto molto grande, vero?” rifletté Joe, che in quel momento trovava il cielo molto noioso.“Grande come la grandiosa invenzione di ogni immaginazione”, rispose Baker.
Risvegliarsi in uno strano posto,
vi assicuro, è il migliore libro di Arvin che abbiamo
fra quelli tradotti in italiano. Un libro che vi consiglio con
tutto il cuore. E per quanto io abbia cercato in questa recensione di
farvi arrivare quanto mi sia piaciuto, continuo a pensare di non aver
detto abbastanza.
Commenti
Posta un commento