Buongiorno e ben
ritrovati! Nell'articolo della settimana scorsa ho parlato un po' in
generale della situazione editoriale (da autopubblicati o da
pubblicati con piccole case editrici) sulla promozione.
Nell'articolo “Come promuoversi – Parte prima” ho iniziato a parlarvi anche
dei social.
Oggi continueremo con
questo argomento e poi parleremo dei blog cercando di entrare
più nei dettagli.
Quali possibilità ha un
autore di promuoversi sui social network?
I social (seconda
parte)
Pagine
autori
Ricordare
agli scrittori che su Facebook si può creare una pagina autore
sembra forse scontato, ma non lo è. Alcuni non sanno che si può
fare, altri creano una pagina per ogni libro pubblicato. Il mio
consiglio è di crearne, appunto, solo una – quella “autore” –
in cui poi potrete parlare di tutte le vostre pubblicazioni. Il
motivo, oltre che quasi logico, è la comodità: per voi sarà più
facile gestire ogni cosa, dai “mi piace” ai link e ai commenti,
se avete un'unica pagina. Sarà anche più semplice tenerla
aggiornata: una pagina, per sopravvivere, ha bisogno di costante
aggiornamento, quindi ha bisogno che voi postiate spesso nuovi
status, che comunichiate con i vostri lettori e con chi vi segue.
Lasciatela “spenta” per troppo tempo e dovrete ricominciare tutto
da capo.
Quando
scrivete un nuovo status, ricordatevi di allegarci un'immagine.
Sembra sciocco, ma le immagini catturano l'attenzione molto più di
poche righe di testo.
Anche
su Twitter ci si può creare un profilo autore, se proprio non si
vuole usare quello personale. Il funzionamento è lo stesso. Da un
dispositivo mobile si possono gestire più account di questo social
(io, per esempio, ne gestisco tre) ed è molto comodo, dovete solo
fare attenzione a usare quello giusto. Tenete comunque presente che
su Twitter ogni messaggio può contare un massimo di 140 caratteri,
se poi volete aggiungerci un link a una recensione o ad altro, il
numero di caratteri a disposizione diminuisce e lo fa ancor di più
se volete taggare (con aiuto della chiocciola) il vostro editore o un
vostro “follower”.
Stessa
cosa vale per Google + solo che avete a disposizione tutti i
caratteri che volete. Per taggare si usa il +.
Su
tutti e tre questi social network si possono usare gli hashtag,
introdotti da #, per facilitare la ricerca, ma anche per raggiungere
un pubblico mirato.
Like
e condivisioni
Nel titolo ho
messo “like” che è il termine inglese per i “mi piace” di
Facebook, ma anche Twitter e Google + hanno qualcosa di simile. Per
il primo abbiamo il “preferito”, per il secondo il “+1”.
Su Twitter il
“preferito” ha la funzione di far sapere a chi ha scritto il post
che a me piace. Tutto qui. Su Google+, invece, se metto un “+1”,
non solo affermo che l'articolo mi è piaciuto, ma lo consiglio anche
ai miei contatti. In generale, però, come avrete capito, su questi
due social si deve mirare al retweet o alla condivisione, altrimenti
non si possono raggiungere molte persone oltre a quelle che già ci
seguono.
Su Facebook,
invece, è tutta un'altra storia. Qui i “mi piace” sono
importantissimi. Se un mio amico ne mette uno da qualche parte,
questo post mi viene segnalato, così se anch'io lo trovo
interessante, posso metterci un “mi piace” a mia volta. E così
via. La differenza è già chiara, vero?
Ogni like e ogni
condivisione su Facebook danno molta visibilità alle nostre pagine o
ai nostri profili, oltre che al post pubblicato in sé. È una sorta
di reazione a catena.
Ne deriva che più
“mi piace” si hanno sulla propria pagina, più visibilità si può
raggiungere.
Ma.
Ecco, lo sapevate,
vero, che sarebbe arrivato un ma? XD
Ma non tutti i
like sono veri “mi piace” (questa ha senso profondo, lo
vedete vero? *-*). Smettiamola di far finta di non saperlo e di
meravigliarci se la pagina di un autore che nessuno ha mai sentito
nominare ha così tanti “mi piace” che noi ce li sogniamo. Ebbene
sì, esistono su Facebook dei gruppi in cui la gente si iscrive e si
scambia i like. Just for fun. Anzi, nemmeno per quello.
L'unico vero scopo è aumentare il numero di persone iscritte alla
propria pagina così da sembrare all'esterno molto seguiti. Gli
scambi di like spesso non portano ai risultati desiderati.
E sapete perché?
Perché la gente che mette like
alla catsum poi disattiva le notifiche e tutto quello a cui è
realmente interessata è il vostro like sperando che VOI non
disattiviate le notifiche.
Che senso ha tutto
questo? NON LO SO. Ma lo fanno. E poi vedi pagine di blog o di autori
con millemila like e allo stesso tempo i loro aggiornamenti non
ricevono mai un commento o un paio di mi piace. La gente non li
legge, ecco perché.
Ora, torniamo alla
promozione. Perché vi racconto tutto questo? Perché i like fasulli
non servono a niente! Meglio avere 200 mi piace di gente che ti segue
davvero, che commenta, che condivide, piuttosto di 1000 mi piace
“comprati” per scambio da gente che non è minimamente
interessata a cio di cui tratta il tuo libro.
Lo so benissimo
che ricevere “mi piace” alle proprie pagine non è facile. Si
ritorna al discorso della prima parte: dovete prima farvi conoscere,
dovete incontrare gente che ha le vostre stesse passioni, gente con
cui scambiare opinioni, far parte di gruppi di lettura o di
scrittura, dove chiacchierare con i lettori e con i colleghi, darsi
qualche dritta o qualche consiglio letterario. I mi piace
arriveranno, così, da persone che vi seguono perché ne hanno voglia
e perché a loro fa piacere seguirvi.
Infine, e so che
qui molti storceranno il naso, Facebook dà la possibilità di
promuovere le proprie pagine o i singoli aggiornamenti.
Le inserzioni
di Facebook
Soprattutto da
autopubblicati, un piccolo investimento per far conoscere la propria
pagina e per farla girare non è mica un reato. Nella promozione
bisogna impegnarsi con tempo e pazienza, certo, ma se non si è
spalleggiati da una casa editrice che fa tanto per la promozione (e
sì, quella per cui lavoro io è una delle pochissime che ha una
persona addetta alla promozione, modestamente parlando *-*), insomma
se ci si è autopubblicati, è giusto investire qualcosa anche nella
promozione. Se tutto funziona alla grande senza spendere un cent, ben
venga, ma ecco, è un bene sapere che c'è anche questa possibilità.
Sono le inserzioni di Facebook.
Il prezzo e la
durata potete deciderli voi, si parte da un minimo di 4 € al giorno
per la pagina o per un post in particolare. Oltre a questo si può
decidere per quanto tempo tenere attiva l'inserzione, da un giorno
fino a una settimana, fino a mantenerla regolarmente. Questo per
quanto riguarda i costi.
Ora passiamo alla
parte che riguarda il pubblico a cui mirare, che è quella che ci
interessa di più. Facebook ci offre uno strumento molto utile per
raggiungere le persone che potrebbero essere attratte dalla nostra
pagina: ossia le parole chiave per gli interessi comuni. Avete
scritto un horror con i fantasmi? Allora mettete “horror, fantasmi,
paura, libro, buio”, parole del genere. Poi decidete che età
minima dovrà avere il pubblico a cui apparirà l'inserzione (siate
persone responsabili, per favore, decidere l'età minima non è solo
un vostro diritto, è soprattutto un DOVERE). E poi il sesso
(entrambi, uomini, donne). Per finire potete stabilire in quale paese
dovrà essere diffusa la vostra inserzione (Italia, Francia, Cina,
Brasile, Giappone, ecc.).
Una volta scelto
il metodo di pagamento, cliccate su “promuovi pagina” e il gioco
sarà fatto: l'inserzione verrà attivata e si disattiverà in
automatico al termine stabilito.
In base al budget
investito, Facebook dà anche una stima dei potenziali utenti
raggiungibili e dei “mi piace” ottenibili. Questi “mi piace”
saranno veri. Almeno è gente che condivide i vostri stessi
interessi.
Prima di
concludere questo breve capitolo sulle inserzioni, e a costo di
risultare ripetitiva, vi ricordo che la cosa principale per far
funzionare una pagina è aggiornarla sempre con nuovi status,
soprattutto con foto o immagini allegate, mantenere vivi i contatti con i
propri “amici” e con chi ci segue.
No, un commento non ha così tanto power. |
A riguardo si
parla anche di un algoritmo di Facebook che assegna a ogni
interazione un certo valore. Un mi piace a un post vale meno di un
commento, che a sua volta vale meno di una condivisione. Come dicevo
appunto più sopra, la cosa migliore sono proprio le condivisioni,
che ci danno più visibilità e che fanno crescere i “mi piace”
alla nostra pagina. Ma non bisogna sottovalutare the power di un commento, mi raccomando! Infatti quanto più spesso un post verrà commentato, tante più volte riapparirà in cima alla pagina delle notizie di chi ci segue.
Ora avete la
pagina autore, avete i “mi piace”, vi siete fatti conoscere un
po' nei gruppi di scrittura e di lettura. È tutto bello e buono, ma
in sostanza, da adesso in poi, come vi muoverete? Ho ancora
qualcosina da dire sui social, poi passeremo ai blog, alle
recensioni, a Goodreads, aNobii, e alla fine mi rivolgerò ai
lettori, invece che agli scrittori.
Quando ho iniziato
a scrivere questi articoli pensavo di sbrigarmela in due o tre post,
sinceramente. Ma sono piuttosto logorroica per quanto riguarda questo
argomento, a quanto pare. Spero comunque che i miei articoli siano
d'interesse per voi.
Ciao, leggo da poco il tuo blog perchè l'ho scoperto per caso cercando appunto come promuovere le pagine fb. Devo dire che è spiegato tutto in modo impeccabile. grazie mille dei preziosi consigli^^
RispondiEliminaGrazie a te per il commento e sono felicissima che i miei articoli ti siano d'aiuto! Oggi pubblicherò la terza parte, stay tuned!
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