Titolo: L'alibi della vittima
Autore: Giovanna Repetto
Editore: Gargoyle Books
Voto: 4/5
Trama: A Rocca Persa,
cittadina dell’agro pontino a pochi chilometri da Roma, fa ogni
tanto la sua comparsa Memè, individuo di cui non si sa nulla tranne
che fa girare cocaina purissima.
Il Maresciallo Trevisan è sulle sue tracce da mesi, ma l’identità dell’uomo resta ancora un mistero. Perfino per Greta, giovane femme fatale che frequenta assiduamente Memè per “lavoro” e che fa di tutto per sostituirsi a lui nel traffico clandestino.
Al Servizio per le Tossicodipendenze del paese, intanto, l’ostinata assistente sociale Holy Mary e la diplomatica psicologa Lina lottano per debellare il flagello della dipendenza, mettendo a punto percorsi di riabilitazione per un’utenza che spesso si rivolge a loro per problemi ben più gravi della droga.
La sera del 2 settembre viene ritrovato il cadavere di Memè in un appartamento di via Merulana a Roma. La stessa sera molti abitanti di Rocca Persa si trovano nella capitale, ognuno con un alibi più o meno ferreo ma tutti con un movente altrettanto credibile.
Chi è stato allora a uccidere Memè? Il docile Marco, nipote della proprietaria dell’appartamento nonché tossicodipendente di Rocca Persa? Gaetano, ex detenuto per rapina a mano armata? Oppure l’affascinante Greta?
Il Maresciallo Trevisan è sulle sue tracce da mesi, ma l’identità dell’uomo resta ancora un mistero. Perfino per Greta, giovane femme fatale che frequenta assiduamente Memè per “lavoro” e che fa di tutto per sostituirsi a lui nel traffico clandestino.
Al Servizio per le Tossicodipendenze del paese, intanto, l’ostinata assistente sociale Holy Mary e la diplomatica psicologa Lina lottano per debellare il flagello della dipendenza, mettendo a punto percorsi di riabilitazione per un’utenza che spesso si rivolge a loro per problemi ben più gravi della droga.
La sera del 2 settembre viene ritrovato il cadavere di Memè in un appartamento di via Merulana a Roma. La stessa sera molti abitanti di Rocca Persa si trovano nella capitale, ognuno con un alibi più o meno ferreo ma tutti con un movente altrettanto credibile.
Chi è stato allora a uccidere Memè? Il docile Marco, nipote della proprietaria dell’appartamento nonché tossicodipendente di Rocca Persa? Gaetano, ex detenuto per rapina a mano armata? Oppure l’affascinante Greta?
Recensione: La scelta
particolare di iniziare il romanzo con ben due prologhi stuzzica sin
da subito l’attenzione. Poi pian piano si entra nella storia. Dalla
trama ci si aspetta ben presto di trovare un morto e di mettersi alla
ricerca dell'assassino, ma non è questo ciò che Giovanna Repetto ha
in serbo per i suoi lettori. L'alibi della vittima non è il tipico
giallo, in cui si cerca di interpretare gli indizi seminati nel
testo, in cui si specula su chi possa essere il colpevole. Si tratta
infatti di un romanzo particolare, un romanzo corale vero e proprio,
in cui l'autrice fa immergere il lettore nelle vite dei protagonisti,
a volte ci ritroviamo nel loro punto di vista, altre scopriamo
dettagli sulle loro vite attraverso gli occhi di altri personaggi. Ed
è proprio questo il punto forte di questo libro.
Non
è la soluzione del caso (tra l’altro l’assassinio accade verso
metà libro, quindi si fa aspettare), ma la bravura dell’autrice
nel dipingere con un linguaggio molto curato, con parole scelte e mai
scritte a caso, personaggi che appaiono del tutto reali.
Ogni singolo capitolo, ogni singolo paragrafo è studiato nei
particolari, ogni parola e ogni virgola misurata e messa al punto
giusto. Lo stile, la scrittura della Repetto dimostrano il suo grande
talento, è un'autrice che sicuramente va seguita.
Il romanzo si sofferma molto
sulle relazioni sessuali dei personaggi. Sul sesso come modo per
dimostrare la propria dominanza/sottomissione, sesso come tattica per
convincere qualcuno a fare qualcosa. Sesso e potere intrecciati,
insomma. Almeno nei personaggi “cattivi”. Quelli buoni,
purtroppo, hanno una vita sessuale misera, che li porta ad avere
problemi in casa e anche fuori.
Altro punto importante
affrontato dalla Repetto è la droga. La scrittrice, psicologa di
professione, conduce il lettore attraverso i vari aspetti della
tossicodipendenza, attraverso la visita nelle comunità di recupero,
e attraverso la lotta interiore dei personaggi che fanno uso di
droga. Ma anche qui ci ritroviamo in un gioco di potere. Se da una
parte l'autrice ci mostra le vittime della droga, dall'altra
riusciamo a dare un'occhiata anche a chi la spaccia e al mondo della
malavita romano.
Uno dei personaggi
principali è Memè, che tutti conoscono come uno spacciatore di
cocaina purissima, ma che pochi hanno visto. Sarà il Bugia, piccolo
spacciatore di roba tagliata male, a riconoscere nella foto della
vittima il volto di Memè. E da quel momento in poi non ci si
chiederà solo chi è stato ad assassinarlo, ma e soprattutto chi è
Memè, perché questo non è ovviamente il suo vero nome.
Devo dire che per me
l'effetto sopresa non è stato poi così... sorprendente. Ci ero
arrivata già da prima che il mistero fosse svelato, almeno per
quanto riguarda l'identità di Memè.
Se dovessi dare un voto al
romanzo, prendendo in considerazione solo il genere giallo, non
potrei dare più di tre stelline. Se invece dovessi dargli un voto
tenendo solo conto della bravura dell'autrice nel delineare i
personaggi e nell'ottimo uso della scrittura, allora dovrei dargliene
cinque. Faccio la media, in quanto L'alibi della vittima è entrambe
le cose, e do al romanzo 4 stelline.
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