Titolo: I segreti di Brokeback Mountain
Autore: E. Annie Proulx
Editore: Baldini Castoldi Dalai Editore
Voto: 4/5
Trama: In Gente del Wyoming, E. Annie
Proulx, che ormai si è affermata come una delle poche e indiscussi
eredi della grande tradizione narrativa nordamericana, è riuscita a
fare un piccolo miracolo. Questo libro è composto da meno di cento
pagine in tutto. Eppure, a leggerle - e si leggono d'un fiato - si ha
l'impressione di trovarsi di fronte a un romanzo ad altissima
concentrazione. L'intreccio è una specie di ingranaggio esplosivo. I
due personaggi centrali sono uomini semplici, rudi cowboy abituati
alle lunghe solitudini delle transumanze e dei pascoli estivi. Nel
desolato paesaggio, tra i due gradualmente si accende una passione
erotica, una vera pulsione amorosa. Siamo però nel cuore
dell'America tradizionale, dove i ruoli sessuali sono rigidi e le
identità tagliate a colpi di accetta e di autocensure. Questo
sentimento "proibito" è quindi destinato a scatenare
conflitti, che sconvolgeranno tutto il loro mondo. Da questo romanzo
e' stato tratto il film di Ang Lee "Brokeback Mountain",
vincitore del Leone D'Oro alla Mostra del cinema di Venezia 2005. (La
Feltrinelli)
Recensione: Gente del Wyoming è un
racconto che supera appena le cinquanta pagine, una storia breve, ma
sicuramente intensa. Sapevo più o meno cosa aspettarmi, perché
prima di leggerlo, avevo visto il film, Brokeback Mountain, e mi era
piaciuto molto. Anche il racconto di E. Annie Proulx mi ha colpita.
Se cercate una storia d'amore appassionante, ricca di romanticismo,
sdolcinata, allora questo libro non fa per voi. Eppure io ve lo
consiglio. La storia di Ennis e Jack non parla solo delle difficoltà
del loro amore, ma parla di una società e di un tempo, in cui un
amore così non sarebbe dovuto mai accadere.
Ho trovato lo stile della Proulx molto
asciutto per quanto riguarda i sentimenti. Vengono accennati, e
l'intensità degli stessi viene lasciata all'interpretazione del
lettore, che la percepisce attraverso i gesti e le parole dei due
protagonisti, attraverso le loro reazioni nei confronti di chi li
circonda. Se per i sentimenti la Proulx usa uno stile che ho definito
asciutto, non lo fa però nelle descrizioni dei paesaggi e dei
personaggi, di cui scopriamo ogni piccolo difetto anche fisico.
Questa scelta, del tutto voluta, fa in modo di rappresentarli per
quello che sono: cowboy rudi, persone reali di quell'epoca. Siamo
infatti intorno agli anni sessanta, quando il racconto inizia, e
quello che Annie Proulx mette in risalto è il periodo e il luogo in
cui Jack e Ennis si incontrano e si innamorano. In poche parole non è
tanto la storia d'amore in sé che colpisce il lettore, ma l'ambiente
in cui i due sono costretti a viverla. O a tentare di viverla, per
quel poco che possono. E qui arriviamo al prossimo punto che mi
piacerebbe accennare, prima di concludere la mia recensione.
La storia è raccontata da un narratore
onnisciente, che salta da un punto di vista all'altro, entrando nelle
teste di tutti i personaggi. Quello che però l'autrice mette in
evidenza, sopra ogni cosa, sono i due modi di vedere il futuro da
parte dei protagonisti. Da un lato c'è Jack, che crede in una vita
migliore, pronto a fare progetti, pieno di speranze. Dall'altro
abbiamo Ennis, con il suo attaccamento al modo di vivere di allora,
con le sue paure dovute ai vissuti passati e celate sotto spoglie di
un falso realismo.
È sicuramente un racconto che merita
di essere letto e che induce il lettore a riflettere, senza mai
risultare pesante.
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