Autore: Maddalena Cafaro
Editore: Delos Digital
Pagine: 204
Prezzo: 3,99 € (ebook)
Voto: 4/5
Trama:
Sasha ha quasi diciassette anni, un lavoro part-time, una Mini rossa e la
vita tranquilla di un'adolescente americana. Tutto questo sta per cambiare. Le
storie che le ha raccontato sua madre sono sempre più vere e rischiano di
travolgerla, ma i guardiani arrivano in suo soccorso. Così Sasha viene a sapere
delle sue radici e del mito attorno al quale il suo mondo sembra ruotare, la
sua terra natia: Yggdrasil. Anche se nulla può davvero prepararla alla
"rivelazione" verso cui gli eventi la stanno portando... Decisa a
ritrovare la sua famiglia e a scoprire cosa le riserva il destino, Sasha
accetta il ruolo che le "norne" hanno stabilito per lei, sfidando
apertamente i nemici e guardando a fondo nel proprio cuore.
Recensione:
La chiave di Midgaard è un urban fantasy che riesce a
valorizzare due tra gli elementi più importanti di questo sottogenere del
fantasy: la creazione di un mondo fantastico parallelo al nostro e l’intreccio
tra le due realtà. Punto centrale del libro è Sasha, giovane protagonista che, più
per predestinazione che per altri motivi, si ritrova al centro di una catena di
eventi che svela (al lettore più che a lei) le caratteristiche e le dinamiche
del mondo magico di Yggrdrasil. Benché la maggior parte delle vicende si svolga sulla Terra, l'altra realtà
appare comunque presente grazie all'apprendistato della ragazza, alle capacità che
lei e i suoi compagni mostrano di possedere e alle occasioni di contatto tra i
due mondi. Insomma, la magia e la meraviglia sono tangibili in entrambi i mondi
ed è questo più di ogni altra cosa che contribuisce a legare il tutto. Questo
e, ovviamente, Sasha.
Nonostante il punto di vista multiplo che permette di seguire le vicende
attraverso più personaggi, è Sasha la protagonista indiscussa del romanzo: è
attorno a lei che la storia si sviluppa, è lei che la muove ed è a lei che
tutto tende.
Se da una parte, per quanto detto in precedenza, il ruolo della ragazza è
fondamentale per lo sviluppo della storia e la realizzazione del romanzo,
dall'altra Sasha si rivela un condensato delle più grandi abilità del suo
mondo. È in effetti un po’ troppe cose: in un mondo in cui chi ha i poteri li
scopre al compimento dei diciassette anni, lei li manifesta prima del tempo; in
un mondo in cui si padroneggia comunemente un solo potere, lei è qualcosa di
molto più potente e raro; in un mondo in cui i guardiani vengono scelti e
selezionati (e poi marchiati con il loro simbolo), per lei funziona in altro
modo; in un mondo in cui le porte tra i mondi sono chiuse, lei... no spoiler!
Questa sua predestinazione toglie molto dell’aspetto legato alla fatica
della conquista che accompagna in genere la crescita dell’eroe. Più che un
processo di apprendimento o formazione, quella di Sasha somiglia spesso a una
rivelazione, in cui più che crescere scopre se stessa, imparando a gestire
abilità che ha già, senza di fatto doversele conquistare. Il suo percorso di
addestramento si riduce quindi spesso a mera fatica fisica o apprendimento
nozionistico, che poco ha a che vedere con la nascita-crescita dell’eroe,
basata sul suo rafforzamento fisico, spirituale e intellettivo, ma soprattutto
emotivo-caratteriale (non è detto però che i prossimi romanzi della saga non ci
mostrino un'evoluzione del personaggio in questo senso). Anche laddove potrebbe
accompagnarsi una maggiore profondità, facendo crescere il personaggio
attraverso l’inevitabile via del dolore, Sasha reagisce in modo forse troppo
leggero. A parte alcune eccezioni, che non approfondisco per non spoilerare, la
reazione della ragazza agli eventi tragici che aprono il romanzo è quasi
passiva: la sua famiglia e la vita per come la conosceva lei non esistono più,
eppure non ne sembra particolarmente sconvolta e continua come nulla fosse con
le sue attività quotidiane, trovando persino il tempo, lo spazio e la
predisposizione d'animo per pensare a questioni di cuore.
Va anche detto però che questa "leggerezza" è parte del
personaggio (che, tutto sommato, spero non perda mai del tutto) e contribuisce
a dare una ventata di freschezza all'intero romanzo, che riesce nell'arduo
compito di camminare in bilico tra la serietà del fantasy più classico, la
spensieratezza di uno young adult e i forti contrasti dell'urban. Ne risulta un
mix di generi piacevole che, unito al fascino dei richiami alla mitologia norrena,
a uno stile di scrittura pulito e corretto (che avrebbe meritato un editing un
po' più attento alla punteggiatura e alle ripetizioni) e a una narrazione che
non annoia, lascia la curiosità di sapere come continua la storia. Perché La chiave di Midgaard è solo il capitolo introduttivo di qualcosa
di molto più ampio che, a giudicare da come viene presentato nei capitoli
conclusivi del libro, difficilmente potrà esaurirsi in poche pagine. Per gli
amanti delle saghe fantastiche e per chi non vede l'ora di tuffarsi di nuovo
nel mondo di Yggdrasil (e in molti altri) questa non può essere che una
bellissima notizia.
Grazie mille per la bellissima recensione, spero che ne io ne Sasha deluderemo le aspettative.
RispondiEliminaGrazie! I migliori auguri per i prossimi romanzi della saga!
EliminaAriendil