Titolo: Dalla Terra alla Luna... e Zombie
Autore: Jules Verne - Luigi Bonaro
Editore: Dunwich Edizioni
Pagine: 200
Prezzo: 2,99€ (E-book) 9,90€ (Cartaceo)
Voto: 4/5
Trama:
I
Lunari vogliono prendere possesso della Terra per sfruttarne le
risorse. Grazie a un cannone, fanno partire un raggio dalla Luna che
trasforma gli uomini in zombie.
I
soci del Gun Club, associazione americana di artiglieri con sede a
Baltimora, annunciano di aver inventato un cannone – la Columbiad –
capace di sparare un proiettile in grado di raggiungere la Luna e
distruggere quello dei Seleniti. Mentre i più illustri scienziati
discutono la questione, da tutto il mondo piovono sottoscrizioni per
finanziare l’impresa. Michel Ardan, un avventuriero francese, si
propone di entrare nel proiettile, offrendosi di diventare così il
primo astronauta della storia ma, mentre si preparano al lancio, il
contagio dei morti viventi continua a espandersi a macchia d’olio,
arrivando vicino al luogo in cui la Columbiad sta per celebrare la
sua straordinaria impresa.
Recensione:
Inizialmente
non sapevo come rapportarmi a Dalla Terra alla Luna... e Zombie.
Come avrebbe fatto Luigi Bonaro a riprendere e rimaneggiare uno dei
libri del fantastico Verne? Sarebbe stato un qualcosa di dissacrante?
Come avrei dovuto giudicarlo?
Con
tutti questi dubbi ho iniziato la lettura del romanzo e devo dire
che sono rimasta piacevolmente colpita.
Il
testo non è stato rielaborato in modo eccessivo, anzi ci sono molti
e lunghi brani in cui leggiamo il vecchio autore ottocentesco. Non a
caso quindi in copertina compare il suo nome. L'opera di Verne è rimasta intatta, se non per una nota
“moderna” aggiunta da Bonaro, che si è inserito in una
narrazione già avviata come una seconda voce che va a unirsi e a
dare un nuovo ritmo alla melodia.
Ammetto
che Dalla Terra alla Luna non è mai stato uno dei miei libri
preferiti di Verne (di cui adoro altre opere), anzi l'ho sempre
trovato molto noioso. Le lunghe descrizioni di balistica e di teorie
non mi avevano mai affascinato e continuano, a quanto pare, ancora ad
annoiarmi.
Il romanzo in alcuni punti risulta molto lento e pesante, ma solo nelle parti tratte dal libro originale (perdonami, Verne!) che non voglio analizzare, mentre vorrei concentrarmi sul lavoro di Bonaro e sull'insieme che ne deriva dall'unione.
Il romanzo in alcuni punti risulta molto lento e pesante, ma solo nelle parti tratte dal libro originale (perdonami, Verne!) che non voglio analizzare, mentre vorrei concentrarmi sul lavoro di Bonaro e sull'insieme che ne deriva dall'unione.
L'idea
di inserire gli zombie in un testo già noto non è forse nuova, ma
dona alla narrazione un qualcosa in più che aiuta il romanzo a
essere visto con rinnovato interesse. La missione degli uomini di
Verne assume in questo libro un nuovo significato, uno scopo che
cambia la prospettiva di tutto il romanzo. Da semplice viaggio spinto
dal desiderio di conoscenza, dalla sfida e da un po' di incoscienza,
la missione dei protagonisti si eleva a salvatrice dell'intera
umanità.
Arriviamo
così al pericolo che gli uomini di Verne sono costretti a
fronteggiare nel mondo alternativo creato da Bonaro: gli zombie.
I momenti in cui è presente questa minaccia sono ovviamente tutta farina del sacco dell'autore moderno e devo dire che mi è piaciuto. Il tono narrativo di Bonaro si adegua e incastra perfettamente in quello di Verne, creando un discorso così fluido che non ci si accorge delle due mani diverse.
Mi ha molto divertito la naturalezza con cui i personaggi hanno affrontato questa minaccia sconosciuta ai tempi della loro creazione. Gli zombie, per quanto devastanti e pericolosi, quasi diventano quotidiani, un pericolo enorme e sicuramente da arginare ma anche un qualcosa che non stupisce e contro cui si elabora una difesa pronta e veloce, come forse non si farebbe in un libro o film moderni.
I momenti in cui è presente questa minaccia sono ovviamente tutta farina del sacco dell'autore moderno e devo dire che mi è piaciuto. Il tono narrativo di Bonaro si adegua e incastra perfettamente in quello di Verne, creando un discorso così fluido che non ci si accorge delle due mani diverse.
Mi ha molto divertito la naturalezza con cui i personaggi hanno affrontato questa minaccia sconosciuta ai tempi della loro creazione. Gli zombie, per quanto devastanti e pericolosi, quasi diventano quotidiani, un pericolo enorme e sicuramente da arginare ma anche un qualcosa che non stupisce e contro cui si elabora una difesa pronta e veloce, come forse non si farebbe in un libro o film moderni.
Il
finale mi aveva un po' delusa già all'epoca del solo Verne, ma
apprezzo che Bonaro non l'abbia cambiato, rischiando di rovinare un
bel lavoro con una pennellata in più che si sarebbe notata e temo
avrebbe fatto storcere il naso.
In
definitiva ho apprezzato molto il lavoro fatto sul testo e il
risultato finito. Credo che un riadattamento in chiave moderna
avrebbe compromesso moltissimo il testo, date le nostre conoscenze
sicuramente maggiori a quelle di Verne, e non credo fosse
l'obiettivo che si era prefisso Bonaro.
Questo adattamento merita un 4 stelle e un consiglio di lettura per chi apprezza Verne ma vuole vedere un nuovo scopo a una delle sue celebri narrazioni.
Questo adattamento merita un 4 stelle e un consiglio di lettura per chi apprezza Verne ma vuole vedere un nuovo scopo a una delle sue celebri narrazioni.
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