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Dance Dance Dance - Haruki Murakami


Titolo: Dance Dance Dance (Dansu Dansu Dansu)
Autore: Murakami Haruki
Editore: Einaudi
Genere: Realismo magico


Trama: (dalla scheda del libro sul sito Einaudi): È un giorno di marzo, al Dolphin Hotel di Sapporo, a. d. 1983. Alla radio suonano gli Human League. E poi Fleetwood Mac, Abba, Bee Gees, Eagles... Uno strano mondo, dove tutto - o quasi - si può comprare. Cosí, per chi non ha voluto, o saputo, cogliere l'attimo e tuffarsi nell'ingranaggio, le strade che rimangono sono tutte un po' tortuose.
Il protagonista, un giornalista free lance costretto dalle circostanze ad improvvisarsi detective, si muove tra cadaveri veri e presunti attraverso una Tokyo iperrealistica e notturna, una Sapporo resa ovattata da una nevicata perenne e la tranquillità illusoria dell'antica cittadina di Hakone. Una giovane ragazza dotata di poteri paranormali, lo accompagna nella sua ricerca. Ma troviamo anche una receptionist troppo nervosa, un attore dal fascino irresistibile, un poeta con un braccio solo; e un salotto, a Honolulu, dove sei scheletri guardano la televisione. 
Esiste un collegamento fra tutte queste cose, un senso anche per chi ha perso l'orientamento. L'unico modo per trovarlo è non avere troppa paura e, un passo dopo l'altro, continuare a danzare. 

Recensione:
Anche questo libro di Murakami è riuscito ad affascinarmi, non tanto quanto Kafka sulla spiaggia, che per ora resta il mio preferito, ma forse più di 1Q84 (anche se ancora non ho letto il terzo libro, quindi non posso esprimermi in modo definitivo). Come al solito Murakami ha uno stile che ti costringe a continuare la lettura, ma non ti forza a farlo in modo immediato, così come le sue storie non si sviluppano in modo repentino, ma attraversando diversi passaggi di vita, o meglio di vite, necessari al lettore per essere coinvolto nella realtà/non-realtà dei personaggi. Un romanzo in cui viene messa in evidenza la "forza" del denaro e allo stesso tempo questa viene ridicolizzata. Il mondo si evolve e il Dolphin Hotel viene ingurgitato dal nuovo, enorme, lussuoso hotel che mantiene però lo stesso nome del vecchio e decadente posto in cui il protagonista era stato già tempo prima (vedi Nel segno della pecora).
Realtà e fantasia si confondono, si mescolano creando una nuova dimensione, una realtà diversa che si sovrappone a quella in cui il resto del mondo continua a vivere.Quello che resta da fare è la ricerca della verità, la continua ossessione di dover terminare il ciclo per poter continuare a vivere. E l'unico modo per farlo è danzare, danzare e ancora danzare. Mai fermarsi, mai cedere, continuare a vivere la propria vita fino a quando si sarà pronti ad affrontare le proprie paure. Ma è davvero così? E quante volte questo ciclo dovrà ripetersi? E a noi cosa resta da fare, se non danzare e continuare a vivere e a superare ogni muro che ci si pianta di fronte e cerca di ostacolarci?
Unico punto negativo: non dubito che Murakami abbia avuto i suoi motivi, ma vedere l'anagramma del suo nome usato per uno dei personaggi, che guarda caso è anche uno scrittore, proprio mi ha dato fastidio.

Un romanzo che dà tanti spunti di riflessione, sicuramente da consigliare.

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