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Dichiara sempre gli interessi in gioco! - Di blogger e di copie omaggio

Articolo e traduzione di Martina Nealli

Qualche mese fa, girando sul web, mi sono imbattuta in un articolo della scrittrice inglese KJ Charles, specializzata in M/M storici (e autrice di un blog che, se capite anche solo in minima dose l’inglese, vi consiglio di seguire: parla del mondo editoriale e lo fa in modo sempre interessante). Il tema dell’articolo era l’onestà dei blogger/recensori, soprattutto di quelli che utilizzano il sistema delle cosiddette ARC (le copie che autori e/o editori inviano gratuitamente ai blog del settore in cambio di una recensione); perché – si chiedeva KJ Charles – chi riceve una copia omaggio non dovrebbe dichiararlo nella recensione? Non sarebbe scorretto se non lo facesse? Non è un diritto del lettore sapere se chi recensisce ha pagato o meno per avere quella copia? 

Portare l’argomento in Italia – e soprattutto nel mercato dei romanzi M/M, all’interno del quale lavoro – è come spiegare l’astrofisica al mio gatto. Nel mondo anglosassone (vedi Amazon.com) la frase “I got this ARC in exchange for an honest review” è piuttosto frequente, e il dibattito gira appunto intorno agli autori che chiedono ai blogger di ometterla. In Italia non ricordo di aver mai visto un solo annuncio “Ho ricevuto una copia omaggio di questo libro in cambio di una recensione sincera”, o anche solo “Grazie a Pinco Pallo per avermi dato l’opportunità di recensire questo libro” (formula subdola, ma noi italiani siamo bravi col politichese), e sono abbastanza certa che gli autori non c’entrino niente: abbiamo i blog che si censurano da soli.

Di più: non è nemmeno considerato particolarmente scorretto recensire libri di amici/colleghi/capi/collaboratori (conosco un solo blog che sotto ogni articolo include una breve biografia dell’autore della recensione, ed è il blog per cui sto scrivendo). Le obiezioni che vengono mosse quando si cerca di far notare che forse l’atteggiamento non è il massimo dell’onestà sono riconducibili a due punti:

1) Ah, ma io sono sincero lo stesso, anche quando recensisco amici/colleghi/ecc! Porgo i miei complimenti (davvero: io non ci riuscirei; avrei sempre, in un angolo remoto del cervello, la nozione “stai parlando di una persona che conosci/che è tua amica”), ma ribatto: se sei sincero, perché non dichiarare la tua posizione? Pensi che dichiararla infici il valore della recensione? Allora è meglio ingannare il lettore? 

2) Ma lo sanno tutti che io e Stellina Fragolosa siamo amiche/colleghe/ecc! 
A questo si può solo rispondere: NO. E poi: Ommioddio, pensi davvero che tutti i lettori di M/M seguano i social media e tengano il conto di chi conosce chi? (Ammetto che il ragionamento “è un mondo piccolo, ci conosciamo tutti” mi fa sempre incavolare; sarà che vengo da un altro mondo, e conosco fior di lettrici di M/M che non sono nemmeno iscritte a Facebook.) 

Questa premessa non per puntare il dito (a-ha! Ci eravate cascati, eh? E invece no. Se credete che nel pippone qua sopra mi riferissi a voi, proprio a voi, a te nello specifico… no, no. È un sistema troppo radicato per i j’accuse ;P), bensì per invitare alla riflessione. Il tema “etica e trasparenza” nel mercato italiano mi sembra indietro anni luce; ma magari, grazie ad articoli come quello di KJ Charles, di cui trovate la traduzione qua sotto, si può iniziare a parlarne. 

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(dal blog di KJ Charles): 

Facciamo un corso accelerato per rinfrescarci la memoria in materia di etica, okay? 

DICHIARA SEMPRE GLI INTERESSI IN GIOCO. 

Rapido, eh? Alla prossima! 

Okay, in effetti possiamo elaborare meglio il concetto. 

La trasparenza è un principio cardine delle comunità. Se sei un assessore che deve dare l’appalto per la raccolta della spazzatura, e all’asta si candida tuo cognato, che è il proprietario di una ditta di autotrasporti, lo devi dichiarare. Se sei avvocato e ti si chiede di difendere un uomo, e uno degli accusatori è un tuo amico di famiglia, lo devi dichiarare. Se hai un sito web che recensisce cosmetici, e sotto un altro nome possiedi un’azienda che produce rossetti, lo devi dichiarare. 

Magari l’impresa di tuo cognato è la migliore del mondo, e magari sei pronto ad applicare la legge anche a costo di rovinare un’amicizia, e magari sei una persona scrupolosa che sul suo blog di cosmetici non menzionerebbe mai i propri rossetti. Di conflitti d’interessi ce ne sono in ogni dove: il mondo è piccolo. Quando recensisco un romance M/M, è probabile che abbia interagito con l’autore sui social media – e può anche darsi che ci abbia lavorato insieme, visto che sono editor freelance. 

Ma l’unico modo corretto per gestire questi conflitti è la trasparenza. Dichiara espressamente la tua posizione, e lascia che siano gli altri a giudicare quello che fai e cosa pensi, alla luce dei fatti.


Se non lo fai, ciascuno sarà libero di trarre le proprie conclusioni sul perché hai agito in un certo modo – ed è possibile che queste conclusioni siano molto, molto peggio della realtà. Magari hai assegnato l’appalto a tuo cognato perché pensi che la sua sia l’impresa migliore, ma il pubblico votante potrà benissimo prenderti per un mascalzone, perché non l’hai dichiarato. Magari il tuo amico di famiglia è davvero innocente, ma chi ci crederà, se il caso puzza di insabbiamento? E che valore hanno le tue recensioni negative se la gente decide che lo fai soltanto per screditare i tuoi rivali? 

Su questa materia esistono leggi ben precise. Negli Stati Uniti, la Federal Trade Commission chiede che venga dichiarato qualsiasi vantaggio materiale, che si tratti di denaro o di prodotti omaggio, ottenuto in cambio della recensione, visto che la recensione servirà a sponsorizzarlo, quel prodotto. Se decido di acquistare un libro basandomi sulla tua recensione a cinque stelle, ho il diritto di sapere se per quel libro ci hai speso soldi oppure no. E senz’altro ho il diritto di sapere se l’hai scritta cedendo a ricatti morali – tipo gattini dagli occhi tristi e stuoli di suppliche alla “ma le recensioni negative fanno male agli autori!”. 

Le copie di lettura sono terreno sdrucciolevole. Il senso stesso delle ARC (advance reading copies) è che l’autore offre al recensore qualcosa (una copia gratuita del libro) in cambio di un vantaggio (la recensione). Insomma, è la natura stessa di questa transazione a essere, effettivamente, un po’ al limite. 

Ho ricevuto messaggi di lettori che si offrivano di lasciare recensioni a cinque stelle, se avessi inviato loro una copia del romanzo. È risaputo che le compagnie che si occupano di blog tour chiedono ai blogger di non pubblicare le recensioni a una o due stelle. Goodreads è pieno di libri zeppi di recensioni a cinque stelle lasciate da fan sfegatati in cambio di copie omaggio. E ci sono autori che pensano che l’invio di una copia omaggio debba tradursi non solo in una recensione, ma in una recensione positiva. (Inutile dirlo, ci sono anche tanti autori che non si sognerebbero mai di fare le pulci ai recensori, e recensori che dichiarano scrupolosamente tutti gli interessi in gioco. Non c’è niente di male nel ricorrere alle ARC, finché non si abusa del sistema. Il problema è che, come ogni sistema basato sull’onore, è facile abusarne). 

È una cosa che danneggia tutti quanti: spinge l’autore privo di etica in cima alle classifiche; delude il lettore, che viene fregato e finisce col comprare i libri incensati; danneggia gli autori che si tirano fuori dal sistema; sminuisce il valore delle recensioni oneste su cui la gente sgobba. Mina alle fondamenta la comunità dei lettori. Fa inceppare il sistema intero

Non è vero che dichiarare gli interessi in gioco fa “perdere valore” alla recensione. Al contrario, dimostra che il recensore ha principi etici. È celarli che discredita il recensore, l’autore, il libro, e tutto quanto il sistema. Nessun autore dovrebbe mai chiedere che la dichiarazione venga omessa, e nessun recensore dovrebbe mai sentirsi in dovere di ometterla. 

Breve riepilogo per chi con l’etica ha qualche difficoltà: 

- Non c’è niente di male nell’offrire una copia omaggio in cambio di una recensione; 

- Non è corretto chiedere solo recensioni positive; 

- Non è mai, mai, mai corretto chiedere di non pubblicare una recensione negativa; 

- Non è mai, mai, mai corretto chiedere al recensore di non dichiarare i propri interessi. In pratica è come chiedere di essere disonesti, e anche di infrangere la legge; 

- Se davvero ti sta bene violare la tua integrità personale (e la legge), almeno non venderti per un misero ebook. Insomma, un po’ di amor proprio. 

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KJ Charles è autrice ed editor freelance. Vive a Londra col marito, due figli, un giardino fuori controllo e un gatto sempre più assassino. Scrive più che altro romance, gay ed etero, spesso storici e non di rado con un pizzico di fantasy o horror. Come editor è specializzata in romance – soprattutto storici e fantasy – e narrativa per bambini. 

I suoi romanzi in lingua inglese sono pubblicati da Samhain e Loveswept; in Italia, Triskell Edizioni ha tradotto – per ora – i primi due volumi della serie Consorzio di gentiluomini: Una raffinata trasgressione e Una sensuale ribellione

Potete trovarla su Twitter come @kj_charles oppure su Facebook, unirvi al suo gruppo FB, o scriverle all’indirizzo kjcharleswriter@gmail.com.







Commenti

  1. Esco dalle dinamiche M/M, perchè non le conosco.
    Su youtube, almeno la comunità italiana, dichiara spesso di aver ricevuto la copia come omaggio. La maggior parte lo premette nei video tipo "in my mailbox" dove mostra i nuovi arrivi mensili, altri lo ripetono anche all'interno della singola recensione.
    Con i blogger la cosa è meno frequente, ma molti di loro ringraziano le CE/autori per la copia. Non sono casi poi così rari.

    Ammetto che ogni tanto io non lo dico o dimentico di farlo.
    Sai cosa mi scoccia? Che se parli bene di un romanzo, e dici di averlo ricevuto, automaticamente i lettori pensano "ne parli bene perchè te l'hanno regalato". Non so se succede anche all'estero e/o nel panorama M/M.
    La cosa mi scoccia ancor più perchè le mie recensioni sono... non so come definirle. Complete? Nel senso che anche di libri che ho amato aggiungo gli aspetti negativi. Dico sempre se c'è qualche personaggio meno approfondito o il ritmo lento/frettoloso.
    Pregi e difetti, che il libro l'abbia amato oppure odiato.

    Comunque, le ARC penso siano piuttosto spinose anche nel panorama italiano, dove non si capisce se possano essere intese come "guadagno" da parte dei blogger...

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    Risposte
    1. Sono contenta di queste segnalazioni di situazioni "pulite" che io non conoscevo (sapevo degli youtuber; di blog librari effettivamente conosco praticamente solo quelli che frequento per lavoro, quindi ammetto la mia ignoranza).
      Capisco la tua obiezione... e un po' hai ragione. Quando valuto le recensioni su Amazon, ad esempio, do automaticamente più valore a quelle degli "acquisti verificati". Il punto però secondo me è che la fiducia dei lettori uno dovrebbe conquistarsela con la sincerità: che non vuol dire sparare a zero sui libri che non ti piacciono, ma nemmeno sforzarsi sempre di vedere il lato positivo. Conosco persone che quando il libro non piace danno tipo 3 stelline su 5. Ma 3 stelline per me è ancora positivo!! Così confondi i lettori, gli togli il metro di giudizio (perché lasci intendere che il libro sia comunque carino - che ce ne siano altri molto peggio). Se sono sicuro della sincerità di chi recensisce, la dichiarazione non mi fa né caldo né freddo.
      A te è mai successo di valutare negativamente (pur evidenziando gli aspetti positivi) un libro che avevi ricevuto in omaggio? Se sì, guadagni già punti ai miei occhi :)

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    2. Negativamente no, perchè accetto pochissimo materiale e solo del genere che prediligo (non ho collaborazioni, mi arrivano giusto i romanzi di qualche amica FB). Valutarlo così e così, invece, mi è successo parecchie volte. Una volta ho persino segnalato in privato tutte le discrepanze di trama (nella recensione ho solo detto che c'erano, ma non le avevo segnalate singolarmente, altrimenti avrei fatto spoiler :)

      Sulle stelline... io cerco di non mettere recensioni su amazon proprio per non stellinare. Mi piace parlare di un libro, dire i pro e i contro, la scena sì e la scena no...con le stelle proprio ci litigo!

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    3. E qui volendo si apre tutto il dibattito sulla necessità delle recensioni negative, ma è materiale per un altro post :D (Ci sono blog che recensiscono "solo libri belli", ma se non è ben dichiarato, e i recensori sono più di uno, secondo me diventa un'operazione un po' inutile. Ma davvero, è un altro dibattito).

      Sulle stelline sono come te... sono incapace di assegnarle anche perché mi capita spesso di cambiare idea a distanza di tempo. Però da lettrice le apprezzo molto, spesso più della recensione!

      (martina nealli)

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